venerdì 12 agosto 2022

C. LA PELLE DEGLI ANFIBI E DEI RETTILI

 


Gli anfibi possiedono un tegumento particolare e differente da quello dei pesci, infatti basta anche vedere la pelle di una qualsiasi rana e noterete che la pelle è liscia e umida. La differenza è che gli anfibi, come tutti i vertebrati terrestri, sintetizzano la cheratina, una proteina insolubile all’acqua che ricopre la superficie esterna dell’epidermide. A differenza dei rettili, però, lo strato di cheratina forma uno strato corneo molto sottile e questo consente agli anfibi di non far essiccare la pelle, di proteggersi dalle abrasioni e permettere la respirazione cutanea, alternata alla respirazione polmonare in quanto i polmoni a temperature molto basse non vengono utilizzati. E’ un buon modo per non spendere troppe energie.

La parte esterna viene periodicamente persa(desquamazione) e questa perdita viene controllata a livello ormonale, infatti è stato osservato nei rospi a cui è stata esportata l’ipofisi che la muta non avviene e le cellule cheratinizzate continuano ad accumularsi. Durante la stagione degli accoppiamenti possono comparire, sugli arti anteriori dei maschi di rane o salamandre, dei cuscinetti cheratinizzati che aiutano il maschio a tenere ferma la femmina durante l’accoppiamento per poi essere perse e riacquistate successivamente nel prossimo periodo degli accoppiamenti.

Le ghiandole unicellulari molto abbondanti nei pesci sono assenti negli anfibi, in compenso sono presenti una moltitudine di ghiandole pluricellulari alveolari che si infossano nel derma. Queste ghiandole secernono un muco che protegge la superficie della pelle evitando la dispersione d’acqua. Altre ghiandole sono quelle granulose che secernono sostanze tossiche per la difesa contro potenziali predatori. La ghiandola parotoide dei rospi, per esempio, che forma un rigonfiamento dietro l’orecchio, secerne una sostanza irritante che scoraggia i predatori che ne sono venuti a contatto.

Le scaglie ossee sono presenti ma sono di piccole dimensioni e si chiamano osteodermi, presenti nel derma dei tetrapodi e andate perse nella maggior parte degli anfibi. L’osteoderma più comune tra i tetrapodi primitivi era di grande dimensioni ed era incorporato nel cinto pettorale come interclavicola.

                               (Immagine di una rana toro che mostra bene la pelle degli anfibi)


La pelle dei rettili incomincia ad essere molto differente rispetto a quella degli anfibi in quanto lo strato corneo cheratinizzato è spesso(come nei coccodrilli) e distribuito in strati, e di conseguenza le cellule formano piastre cornee nelle tartarughe e squame cornee nelle lucertole e nei serpenti. La cheratina si lega ai fosfolipidi e questo permette di ridurre le perdite d’acqua. Infatti i rettili perdono per evaporazione, attraverso l’epidermide, minori quantitativi d’acqua rispetto agli anfibi.

L’epidermide dei rettili è abbastanza complessa. Nelle lucertole e nei serpenti la squama generalmente è composta da vari strati di cellule: quelle esterne sono cheratinizzate(quindi morte) e quelle interne ancora vive, con la squama immatura che si troverà nella zona in cui le cellule sono ancora tutte vive e che sostituirà quella superficiale. Il cambio delle squame avviene tutto in un colpo solo attraverso un processo che si chiama ‘ecdisi'(muta). Durante la muta si forma in una zona chiamata zona di separazione che si colloca tra le cellule vive e morte, per permettere la perdita contemporanea di tutte le squame e non una per una. Le nuove squame sono già presenti e formate prima del cambio. Nelle tartarughe le piastre cornee non vengono cambiate come descritto prima, ma viene ricambiata soltanto la superficie che si consuma e, man mano che cresce,un nuovo strato corneo si forma sull’estremità del margine della vecchia squama originando una serie di anelli concentrici lungo il suo margine. Esistono vari tipi di squame modificate per svolgere varie funzioni particolari:
1)Nei gechi le squame sono presenti sui polpastrelli e sono costituite da strutture filiformi(sete) che sviluppano, con le superfici con cui vengono a contatto, forze di adesione di tipo molecolare. Consentono di scalare i soffitti o pareti verticali;
2)Nei serpenti sono totalmente diverse in quanto si posizionano anche ventralmente e svolgono un ruolo nella locomozione. In generale le squame dei serpenti sono di tipo embricato(una sovrapposta ed appoggiata all’altra);
3)Nelle tartarughe e nei coccolodrilli le squame sono appiattito e svolgono una funzione protettiva(squame a scudo).

Un altro prodotto cheratinico è l’artiglio che avvolge le falangi e che aiuta l’animale a far presa durante la locomozione. Tutti i rettili forniti di arti li possiedono e si formano dallo strato germinativo dall’epidermide, mentre la durezza è dovuta all’infiltrazione di sali di ioni calcio nella cheratina.

Nella pelle dei rettili non sono presenti organi di senso, fatta eccezione per le fossette apicali, delle strutture che si trovano in prossimità delle squame “organizzate” in numeri variabili da 1 a sette ed ogni fossetta possiede un filamento simile ad un pelo, svolgendo una funzione tattile.

Nel derma sono completamente assenti le ghiandole mucose e sono presenti poche ghiandole odorose, che intervengono durante il corteggiamento. Molti squamati, come i camaleonti, possiedono la capacità di cambiare i colori grazie alla presenza di cromatofori nel derma. La diversa colorazione è sotto il controllo dell’adrenalina e dell’innervazione simpatica.


                                                                     (Zampe anteriori di un geco)


                                                                            (Pelle dei coccodrilli)


                                                                        (Pelle dei serpenti)

#appesiaunphylum #scienza #scienze #biologia #paleontologia #scienzenaturali #divulgazione #divulgazionescientifica #tegumento #derma #pelle #rettili 

Nessun commento:

Posta un commento