venerdì 31 marzo 2023

Euryapsida (Permiano - Cenomaniano)



Nell'articolo dedicato agli amnioti, abbiamo parlato di questi 4 macro-gruppi che si distinguono per via della presenza/assenza di finestre temporali, e tra questi troviamo il gruppo polifiletico degli 'euriapsidi', un gruppo dotato di una sola finestra temporale (differiscono da quella singola dei sinapsidi per la diversa posizione. Per leggere l'articolo sugli amnioti, clicca qui).

Si tratta, sostanzialmente, del primo gruppo di amnioti adattatosi al contesto marino, e tra questi non non possiamo non nominare gli ittiosauri, famosi per essere simili a dei delfini (convergenza evolutiva) e che incominciarono a popolare i mari sin dal Permiano ( grazie ad uno studio del 2023, sappiamo che questa transizione avvenne prima della grande estinzione del Permo-Trias, ma tratteremo quest'argomento in un articolo a parte). 

Durante il Triassico, furono 4 i gruppi di euriapsidi a diversificarsi, dominando i mari del Mesozoico (perlopiù del Triassico) e specializzandosi come predatori. Facciamo un po' la loro conoscenza (A parte gli ittiosauri, gli altri 3 gruppi si estinsero alla fine del Triassico).



Ordine Placodontia (Triassico medio- Tardo Triassico)


I placodonti erano robusti 'rettili' dotati di una massiccia corporatura, e il più delle volte presentavano Placche dorsali e ventrali (osteodermi), ma la morfologia ci indica che non fossero proprio degli eccellenti nuotatori, o meglio non presentava adattamenti tipici di un nuotatore.  Vediamo alcune morfologie tipiche di quest'ordine:

  • Sono presenti 6 denti anteriori, su entrambi i mascellari, che potremmo identificare (anche se non è proprio corretto) come 'incisivi', a forma di 'spatola'. Questi denti, quindi, aiutavano questi organismi a strappare il cibo dal substrato marino;
  • Gli altri denti sono numerosi, appiattiti e di grandi dimensioni. Probabilmente, svolgevano un ruolo nella frantumazione di elementi duri come conchiglie o esoscheletri, e supportati da un morso relativamente efficiente, come suggeriscono un cranio relativamente triangolare e uno squamoso (o squamosale) relativamente allungato. Tre denti simili agli incisivi a 'spatola' sono collocati in ciascun premascellare, 4 denti (un po' più robusti) su ogni mascellare, e 3 (alcune volte 4) sul dentale. In sostanza, possiamo dire che con i 6 'incisivi' strappavano i molluschi o gli animali dotati di un esoscheletro dal loro ambiente, per esempio dagli scogli, per poi frantumarli con i denti successivi;

  • Non possiede adattamenti al nuoto, infatti possiede 'pinne' in senso stretto poco sviluppate, la coda non svolge un ruolo propulsivo (non è appiattita), e le ossa in generale sono tipiche di un massiccio vertebrato terrestre.
Il genere Placodus è quello più rappresentativo in quanto mostra le caratteristiche appena elencate. Qui, però, troviamo una caratteristica affine anche ai 'vicini' notosauri e pachipleurosauri: una fitta e profonda serie di 'gastralia' (costole ventrali, per intenderci) che riveste il ventre. Queste strutture sono piegate quasi di 90° (ad angolo retto) e conferivano al ventre una certa robustezza (una caratteristica tipica di un organismo terrestre, in quanto una struttura robusta come questa non permetteva agli organi interni di essere 'schiacciati' dalla gravità).


Scheletro di Placodus gigas


Ricostruzione di Placodus gigas



Ordine Pachypleurosauria (Triassico-Tardo Triassico)
Questi animali sono di taglia piccola (20 cm- 1 m di lunghezza circa), possiedono una forma affusolata e con arti a forma di pinna, anche se non sono molto derivati come quelli di notosauri o ittiosauri (sono definiti 'arti a pagaia'). La coda, invece, risulta essere molto sviluppata che conferisce una certa idrodinamicità a questo gruppo.

Nonostante gli arti non siano pinne a tutti gli effetti, svolgevano ruoli ben diversi tra di loro:

  • gli arti anteriori fungevano da 'elementi direzionali', come un timone per intenderci;

  • gli arti posteriori fungevano da motore vero e proprio, infatti assieme all'oscillazione della coda svolgevano un ruolo propulsivo;
Per quanto riguarda il cranio, invece, è relativamente allungato e leggero e caratterizzato da grandi aperture per le orbite e per le radici. Le finestre temporali sono molto ridotte, mentre i denti permettevano a quest'animali di nutrirsi attivamente di pesci in quanti erano affilati e sottili, garantendo così una migliore 'presa' sulle prede. Il nuoto attivo, con la coda e gli arti posteriori capaci di dare una bella spinta, permetteva a questi animali di cacciare attivamente, quindi di inseguire le prede fino sfinimento e acchiapparle grazie allo 'scatto' del collo. Proprio per questo sono molto simili ai plesiosauri in quanto possedevano un collo relativamente lungo, quindi adattati esclusivamente ad un contesto acquatico come indicato anche dai deboli e ridotti cinti, connessi debolmente al corpo. Infatti, nel complesso, questa struttura non avrebbe mai potuto resistere alla forza di gravità.



Fossile di Pachypleurosaurus sp.Fonte: Wikipedia



Ordine Nothosauroidea (Triassico- Tardo Triassico)

Rispetto ai gruppi precedenti, il corpo è molto più allungato e simile a quello di un plesiosauro, infatti sono considerati  un 'sister group', (parenti tutto sommato non molto distanti) dei famosi "rettili" dal collo lungo, e con molta probabilità occuparono la stessa nicchia ecologica.

Il cranio relativamente allungato, appiattito e le finestre temporali molto sviluppate collocano questi animali in ambienti trofici simili ai pachypleurosauri, quindi erano animali tipici di acqua relativamente bassa ed incapaci di vivere/sopravvivere in ambienti terrestri.

Il cranio presenta una dentatura con singoli denti, orientati verso l'esterno, e ciò garantiva un'ottima presa sui pesci o su altre prede. Le vertebre del collo sono davvero lunghe, ma caratterizzate da articolazioni relativamente poco complesse (quindi, un collo poco flessibile), e questo non è un adattamento molto funzionale al contesto acquatico, come anche il non possedere delle 'pinne' e una coda sviluppata o piatta tale da fornire una spinta durante il nuoto.

Insomma, una testa abbastanza grande e pesante, e un collo poco flessibile, non avrebbero permesso a questo gruppo di sopravvivere sulla terraferma, ma non sono nemmeno adattamenti così efficienti in un contesto marino. Dove diamine avrebbe potuto vivere senza problemi questo gruppo?

Il genere Nothosaurus, nonostante qualche 'complicanza' dal punto di vista fisico e morfologico, viveva in acque costiere  ed occupavano una nicchia ecologica simile a quella delle foche, ma era decisamente un animale molto più grande in quanto la lunghezza del corpo misurava circa 1-4 m. 


Scheletro di Nothosaurus sp.




Ordine Ichthyosauria (Permiano - K-Pg)

Gli ittiosauri sono forse uno dei gruppi più conosciuti al mondo, entrati nella cultura 'pop' perché presentano delle somiglianze con i delfini, infatti sono un classico esempio di 'convergenza evolutiva' (morfologie e/o adattamenti simili in organismi non imparentati che vivono in un contesto ambientale simile). Possiedono adattamenti idrodinamici, infatti il corpo affusolato, e un collo estremamente ridotto, assieme a degli arti trasformati in efficienti pinne, permisero a questo gruppo di dominare il mare aperto (ne ho parlato qui su Facebook, ma a breve proporrò un articolo dettagliato sugli ittiosauri qui sul sito. Al momento, analizzeremo in generale questo gruppo, giusto per rendere un po' chiara l'idea su chi fossero gli euriapsidi).

Tra le varie caratteristiche, che hanno permesso un adattamento in un contesto pelagico, troviamo: 

  • arti evoluti come vere e proprie pinne;

  • le vertebre sono appiattite e subcircolari;

  • le narici si trovano in posizione arretrata, rispetto al margine anteriore del cranio;

  • il cranio presenta grandi aperture orbitali, con placche che rivestono l'orbita (il cosiddetto 'anello sclerotico', che probabilmente permetteva a questi animali di immergersi in acque profonde, resistendo a pressioni elevate);

  • le mandibole erano molto allungate e caratterizzate da un gran numero di denti conici (da pescivoro, per intenderci). 


Stenopterygius quadriscissus


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