martedì 11 luglio 2023

Comparazione uomo-primati: cranio e dentatura

 




Il cranio è la componente che più affascina i paleontologi e i paleoantropologi in quanto può fornire, da sola, una moltitudine di informazioni che hanno a che fare con la masticazione, con le capacità cognitive e con tanti altri aspetti che variano da gruppo a gruppo, ma in generale ogni cranio svolge una moltitudine di funzioni:

  • protegge l'encefalo;

  • permette di comunicare;

  • permette di attaccare o difendersi;

  • permette l'immissione del cibo;

  • permette l'inspirazione e l'espirazione dell'aria (o dell'acqua se sei un pesce);

  • è la componente adibita allo scambio di informazioni con altri organismi e/o con l'ambiente, grazie ai recettori di senso presenti (naturalmente, ciò è legato al cervello, ma ne parleremo nel prossimo articolo).
Per quanto riguarda le tendenze evolutive, abbiamo in primis la 'gracilizzazione' dell'apparato masticatore in quanto nel corso del tempo si sono perse alcune componenti ossee (per Selezione naturale, o per via di altri meccanismi evolutivi) che hanno, in un modo o nell'altro, reso i crani umani più derivati (recenti) meno adatti alla masticazione di 'cibi duri'. In modo parallelo ed indipendente, un cranio più gracile e leggero ha permesso lo sviluppo di capacità cerebrali ben maggiori. Insomma, nel corso dell'evoluzione degli ominini, lo splancnocranio si è ridotto mentre il neurocranio è aumentato in termini di dimensioni e capacità.

Il cranio, quindi, è formato da Neurocranio, il "contenitore" dell'encefalo, mentre lo Splancnocranio è la faccia in parole povere. Concentriamoci su quest'ultimo carattere. Nello Splancnocranio sono presenti tutti i muscoli atti alla masticazione e tutti gli organi sensoriali. L'apparato masticatore, però, non svolge una funzione sole nella masticazione ma anche come 'organo' di difesa e offesa, e per comunicare. Nell'uomo, e in tantissimi altri primati, grazie ad uno splancnocranio ridotto ha permesso un maggiore sviluppo di 'muscoli facciali' tali da permettere la cosiddetta 'mimica facciale', cioè la capacità di alterare il volto. Penso che non ci sia nulla da obbiettare dicendo che la mimica facciale è uno dei più grandi mezzi di comunicazione della nostra specie. 

In termini evoluzionistici, lo splancnocranio negli ominini più derivati si trova sotto il neurocranio, con quest'ultimo che risulta essere di grandi dimensioni.

La masticazione. Il ruolo della faccia, o comunque dello splancnocranio, è quello della 'masticazione' e quella di ospitare organi di senso, ma ora concentriamoci un attimo con la mandibola. Quest'ultima è una componente mobile posta inferiormente rispetto alla mascella e ruota attorno ad un fulcro a livello dei condili (protuberanze arrotondate della mandibola). La Mascella, invece, è quella componente fissa in quanto è saldata al neurocranio. In parole povere, durante la masticazione la mandibola è 'azionata' da muscoli pari, ruota attorno ai condili mentre la mascella è fissa, come se partecipasse indirettamente alla masticazione.

Il trend evolutivo che ha caratterizzato gli organi masticatori è quella della loro regressione, o meglio gli ominini antichi erano dotati di un morso più "potente", mentre in ominini più recenti/derivati il morso è meno potente. Questo è legato al trend evolutivo del cranio in quanto sono state perdute molte componenti ossee 'alleggerendo' il cranio, e quelli legati alla masticazione non sono stati da meno. Spariscono, o si riducono, gli attacchi muscolari che in genere, come in molti primati, permettono di 'alzare' la mascella. Insomma, si sono ridotti (o sono scomparsi) i muscoli sollevatori mentre si sono relativamente sviluppati quelli che permettono la rotazione, come nella mandibola. Inoltre, la rotazione mandibolare tipica del genere Homo permette una sorta di movimento latero-laterale, in parole povere possiamo muovere a "sinistra" o a "destra" la mandibola rispetto alla mascella (è questo è stato possibile anche con la riduzione dimensionale dei canini).

Parliamo un pochino dei Muscoli Sollevatori:
  • Massetere. Si sviluppa al bordo inferiore della mandibola a partire dall'arcata zigomatica, e contraendosi 'alzano' la mandibola;

  • Temporali. Sono in pratica i muscoli più potenti della mandibola, e sono quelli che sono importantissimi dal punto di vista evolutivo per capire il 'morso' di un antico ominino. Superiormente si salda all'osso temporale, mentre inferiormente è ancorato nel condilo anteriore della mandibola. Negli ominini antichi, ma anche in molti primati odierni, questo muscolo era molto sviluppato e permetteva una masticazione più "forte" dovuta ad una rete muscolare più sviluppata e robusta, dovuta anche alla presenza di una Cresta Sagittale, tipica di alcune australopitecine. In parole povere, le tendenze evolutive sono state quelle relative all'abbassamento della linea temporale, un muscolo molto meno "potente" e una mandibola più 'gracile';

  • Pterigoidei medi e laterali. I primi si sviluppano dal margine buccale della mandibole fino allo sfenoide; i secondi svolgono un ruolo nella rotazione delle mandibole.
Riduzione dei muscoli masticatori. Fonte immagine: Quora


Muscoli 'umani'. Fonte: Libero.it



E riassumiamo le tendenze evolutive:
  • arretramento delle arcate dentarie;
  • riduzione dell'apparato masticatorio;
  • si riduce e accorcia la lunghezza della leva;
  • la volta cranica è adibita alla trasmissione di compressione.

Diversi crani di primati. Fonte: Nature Education



Ora incominciamo ad entrare un po' di più nel dettaglio. Abbiamo bisogno di citare il 'Piano Occlusivo', cioè la linea di incontro dei denti. I primati antichi sono caratterizzati da una chiusura a forbice, sostanzialmente il piano occlusivo si sviluppa sul piano dei condili. Nei primati più derivati, invece, il piano occlusivo si trova molto più in basso con la dentatura che si chiude 'simultaneamente' (tritura e schiaccia, i parole povere). dal punto di vista evolutivo, la mandibola assume forme diverse. I primati più arcaici possiedono una mandibola ad L, in sostanza il movimento tende di più a schiacciare gli alimenti che a 'tagliarli'; in gruppi più derivati il corpo mandibolare più allungato. La potenza della masticazione è, in sostanza, più alta più la leva è corta (la potenza è maggiore a livello degli incisivi e dei molari).

E' bene ricordare un concetto: la potenza sviluppata tra i molari è proporzionale al rapporto potenza/resistenza. Minore è la distanza tra i denti e il fulcro, e maggiore sarà la potenza compressiva.

L'altezza del corpo mandibolare è relazionata, quindi, alla potenza dei muscoli sollevatori. Le specie capaci di sfregare molto il corpo mandibolare lateralmente, la mandibola risulta essere molto ispessita a livello della sinfisi. In termini di grandezza, la riduzione dell'apparato masticatore consente un maggior equilibrio del cranio sul rachide (ho parlato di quest'argomento qui).

Se parliamo di riduzione del corpo mandibolare, non possiamo non considerare anche i denti. In questo mix di tendenze evolutive, anche i denti subiscono molte mutazioni, infatti, in specie più grandi si presentano di piccole dimensioni rispetto a specie più arcaiche. Vediamo alcuni caratteri 'umani':
  • l'arcata dentaria è 'parabolica' nelle specie umane derivate (legata, appunto, ad una riduzione del corpo mandibolare) e non a forma di U come nelle australopitecine;
  • si sviluppa il mento, e ciò è legato anche alla riduzione delle arcate dentarie e della dentatura;
  • il ramo mandibolare è ad angolo retto rispetto al corpo;
  • l'arcata dentaria è arretrata ed è posizionata sotto il neurocranio:
Da sinistra troviamo una mandibola di scimpanzé, al centro quella di Australopithecus e di uomo. Fonte: Nature Education


Dentatura e masticazione. Bene, se siete arrivati qui vuol dire che avete un po' digerito tutte le informazioni precedenti, quindi avete ben capito che le dimensioni, e la potenza, dell'apparato masticatore influenzano la forma del neurocranio (o meglio, si influenzano a vicenda. Ne parleremo nella sezione legata all'evoluzione umana e degli ominini). Il trend evolutivo più 'visibile' è l'estensione dell'area di origine del muscolo temporale, infatti la linea temporale si trova più in basso negli ominini più derivati. Ora possiamo fare la conoscenza del cosiddetto Torus Sovraorbitario, che è una caratteristica tipica di Homo neanderthalensis. La robustezza e la forma delle ossa facciali dipendono, in sostanza, dalla potenza dell'apparato masticatore e il Torus Sovraorbitario svolge un ruolo particolare: è come se fosse una sorta di trave trasversale capace di scaricare lateralmente le forze di compressione dovute alla masticazione. Il cranio in sé è un 'corpo' gracile, ricco di cavità, e questa componente compie una funzione 'contenitiva'. Sono come quelle lastre che rendono antisismica una casa in pietra e che tengono compatte le case che, prive di queste lastre, crollerebbero al primo sisma.

Vediamo alcune tendenze evolutive legate al Torus Sovraorbitario:
  • gli ominini più derivati, escludendo H. neanderthalensis in quanto è una caratteristica che va trattata separatamente, sono caratterizzati da un prognatismo minore. Il prognatismo indica la situazione in cui l'osso mascellare sporge rispetto alla mandibola;
  • nell'uomo si 'verticalizza' il frontale (la fronte, per intenderci);
  • la potenza del masseteri è influenzata dallo sviluppo delle arcate zigomatiche.


Masticazione vs cervello. Questo è un aspetto che interessa molto i non addetti ai lavori, e allo stesso tempo è l'argomento più usato (e abusato) per parlare di una sorta di "passaggio" da una masticazione a cibi duri in base alla maggiore capacità cranica. Insomma, molti affermano che "il cervello è diventato più grande perché abbiamo incominciato a mangiare altro, come la carne", ma in verità il cranio e l'apparato masticatore si sono evoluti in modo indipendente. Per fare un esempio, escludendo specie insulari come Homo floresiensis, il trend evolutivo che riguarda la capacità cranica abbraccia una moltitudine di specie ominine e si è verificata nel corso di 6-7 milioni di anni, mentre il trend evolutivo che riguarda la riduzione di altri componenti, come i denti e le mandibole, è più recente. Si sono influenzati questi trend, nessuno lo mette in dubbio, ma in nessun modo uno è dipeso esclusivamente dall'altro.

E' un discorso serio e molto importante, e sicuramente nell'articolo dedicato al cervello ne parlerò di nuovo e in modo più approfondito. Molte australopitecine, come il genere Paranthropus, erano caratterizzate dalla presenza di una cresta sagittale, una cresta ossea mediana che sporge dalla sommità del cranio (come nei gorilla) e che si estende dall'osso frontale a quello occipitale. Nei mammiferi e nei primati è il principale punto di inserzione di muscoli masticatori, quindi 'perdendo' questa caratteristica nel corso del tempo, il cranio si è alleggerito in quanto sono andate perdute anche altre componenti ed hanno permesso una maggiore espansione delle capacità craniche, sempre legata comunque a contesti selettivi (non dimentichiamoci che non ci "evolviamo per desiderio"). Insomma, sono nati nel corso delle generazioni individui con crani più grandi e privi di creste sagittali e di altre componenti ossee, e questa caratteristica (selezionata da meccanismi evolutivi) è diventato frequente all'interno delle popolazioni umane. Lo stesso discorso vale per le mandibole, in quanto perdendo nel corso di generazioni la cresta sagitale, e tutte le inserzioni che permettevano una masticazione di cibi"duri", gli ominini più derivati non erano più in grado di masticare cibi duri, e ciò ha permesso un maggior consumo di alimenti quali la carne (non che prima gli ominini non se ne cibassero, sia chiaro!).

Quindi i trend evolutivi sono stati una maggiore capacità cranica e una riduzione del corpo mandibolare.

A= Gorilla; B= Proconsul; C= Paranthropus; D= Homo sapiens; LT= Linea temporale; CS= Cresta sagittale




Entriamo nel dettaglio dal punto evoluzionistico e della Selezione Naturale. Circa 2,4 milioni di anni fa, comparve una mutazione genetica capace di impedire ad un particolare gene di produrre (e accumulare) una grande quantità di proteina MYH16, una proteina essenziale per quanto riguarda i muscoli della mandibola. Tutti i primati ne posseggono in grosse quantità, mentre l'uomo no in quanto svolge un ruolo questa proteina in un contesto nel quale è presente una grossa mandibola. La comparsa del gene sembra essere correlata alla comparsa di crani un po' più 'gracili', in un momento nel quale è possibile distinguere i crani in base alla differenza funzionale (una sorta di 'spartiacque' tra crani umani e quelli più arcaici).

Fonte: GeneCards




La dentatura. In paleoantropologia denti e mandibole sono di fondamentale importanza in quanto sono le componenti che si preservano con più "facilità", più o meno. Per quanto riguarda l'uomo, e buona parte degli ominini, dobbiamo citare 3 aggettivi che caratterizzano i nostri denti:
  • sono Eterodonti. Lo sviluppo dei denti è differenziato, e ciò riflette diversi tipi di alimentazione. In parole povere, abbiamo molti denti ma diversi tra di loro (incisivi, canini, molari e premolari);
  • sono Difiodonti. I denti da latte vengono sostituiti da una dentizione definitiva;
  • sono Cinodonti. I denti sono caratterizzati da una piccola cavità ricca di polpa (anche se H. neanderthalensis è caratterizzata da taurodontismo, cioè da denti più 'grossi').
Diamo uno sguardo ai vari denti, Gli incisivi sono relativamente poco interessanti e ne possediamo solo 2, mentre i canini solo un po' più interessanti. Molti primati odierni sono caratterizzati da canini relativamente sviluppati e che possono fungere da richiamo sessuale (Dimorfismo Sessuale, come nei pongidi e nei gorilla), o svolgere una funzione di offesa/difesa. In parole povere, nell'uomo e nei primati i canini superiori si incastrano tra i canini inferiori, e ciò è conosciuto come 'diastema post-canino ed è caratterizzato proprio da un'attiva conclusione attiva da parte del dente. Nelle australopitecine, come Australopithecus robustus, i canini sono già estremamente ridotti e questo carattere sarà caratteristico degli ominini più derivati.

I premolari e i molari sono i denti più importanti quando si studia l'evoluzione umana. I primi sono stati caratterizzati da un processo di molarizzazione, cioè alcuni premolari sono per forma e per caratteristiche dei veri e propri molari (vale sia per il genere Australopithecus che per l'uomo). I premolari, quelli non molarizzati, hanno una forma bicuspidata atti proprio al taglio. E' interessante vedere come in alcuni primati, come nei pongidi, possiedono una cuspide laterale (P3 caniniforme). I premolari nell'uomo sono 2 (3 in ominini più arcaici). I molari nell'uomo sono 3: quelli superiori sono dotati di 4 cuspidi, 5 nei molari inferiori e sono caratterizzati da una sorta di forma a Y ("disegno" driopitecino). Il trendi evolutivo è la riduzione del 3° premolare.

Riassunto dell'evoluzione dentaria. Fonte: Australian Museum



L'ultimo carattere di cui vi voglio parlare, è il mento. Nell'uomo la mandibola è corta ed è caratterizzata da un'arcata parabolica invece di una lunga ad U come nelle australopitecine o negli ominini più antichi, quindi la riduzione dell'arcata dentale, dovuta all'arretramento appunto dei denti (e della loro riduzione in termini di dimensioni e di numero) ha permesso nella nostra specie la comparsa del mento, una sporgenza della nostra mandibola. Sostituisce, in termini evoluzionistici, il Torus Mandibolare, cioè quella sporgenza o ispessimento interno che è presente nelle altre specie.

Rappresentazione del mento umano



Approfondimenti

𝙇𝙖 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙚 𝙨𝙤𝙥𝙧𝙖𝙘𝙘𝙞𝙜𝙡𝙞𝙚, 𝙢𝙖 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞𝙣𝙞 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙝𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙜𝙧𝙤𝙨𝙨𝙖...𝙖𝙧𝙘𝙖𝙩𝙖 𝙨𝙤𝙥𝙧𝙖𝙘𝙘𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖𝙧𝙚. Le sopracciglia sono un carattere evolutivo sorprendente: proteggono gli occhi dal sudore e dallo sporco e, soprattutto, sono un ottimo strumento di comunicazione.
Questo perché, con una faccia più schiacciata ed un cranio non più dotato di una fronte sporgente, Homo sapiens è capace di muoverle e di rendere la propria faccia espressiva.
Secondo una ricerca pubblicata su Nature, H. sapiens possiede la capacità di apparire amichevole o intimidatorio, di esprimere empatia, sorpresa, disgusto proprio grazie alla conformazione del cranio che permette alle sopracciglia di alzarsi o di aggrottarsi, un'azione molto difficile per esempio per i nostri cugini Neanderthal che sembravano perennemente "incazzati", questo perché le loro arcate sopraccigliari non permettevano nessun tipo di movimento.
Una tale morfologia cranica nei Neanderthal, così visibile, possedeva comunque una funzione sociale in quanto poteva trasmettere un senso di dominanza e aggressività verso potenziali nemici(del resto, anche molti primati utilizzano grandi sporgenze, come i canini, per intimorire gli avversari).

Vediamo (leggermente) nel dettaglio cosa dice la ricerca:
  • la morfologia del cosiddetto "Browridge", una sorta di cresta o nodulo che si trova sull'arco sopraccigliare, è influenzata dalla tipologia di morso dell'individuo/della specie;
  • è stato studiato un cranio (Kabwe 1), appartenente ad ominino arcaico associato alla specie Homo rhodesiensis o ad Homo heidelbergensis. E' stato notato che il sopracciglio di quest'ultima specie fosse significativamente più grande di quanto "richiesto" per colmare, diciamo, il divario tra le orbite e l'osso frontale. In sostanza, la morfologia del sopracciglio non influisce in modo sostanziale sull'entità, o qualità, della deformazione del viso durante il morso, pertanto una morfologia del genere poteva svolgere anche altre funzioni;
  • nell'uomo, il sopracciglio è un tratto anatomico dimorfico, e svolge un ruolo nel riconoscimento tra individui, e la crescita e lo sviluppo sono associati ad una produzione di androgeni. I ricercatori hanno notato che l'osso vermicolato di Kabwe 1 (sopra l'arcata sopraccigliare) presenta delle somiglianze macroscopiche con l'osso trovato nei rigonfiamenti paranasali delle specie si Mandrillus. Quest'osso non è molto frequente negli esseri umani odierni, ma nel Medio e nel Tardo Pleistocene quest'osso è più frequente negli uomini rispetto alle donne, quindi la presenza di quest'osso potrebbe essere legata a fattori ormonali;
  • In sostanza, la morfologia dell'individuo di Kabwe 1 potrebbe essere correlata a fattori sessuali: poteva fungere da display comunicando segnali sociali o sessuali. In questo caso svolgerebbe un ruolo simile alle 'corna', una struttura fissa capace di segnalare l'aggressività o il dominio di un individuo;
  • In H. sapiens la solfa non cambia. La riduzione facciale è correlata ai cambiamenti nella morfologia del cranio e alle strutture adibite alla pre-elaborazione del cibo, quindi ci ritroviamo con un'arcata sopraccigliare più sottile e un osso frontale verticale che permette di 'deformare' a piacimento la pelle sul viso (al contrario di scimpanzé o altri primati dotati di 'sopracciglia' grossolane). Questo cambiamento ha permesso alla nostra specie di possedere muscoli facciali più sviluppati (come il muscolo frontale), che risultano tutt'ora una componente importantissima per la segnalazione sociale e per la comunicazione non verbale nella nostra specie.

Questa tipologia di ricerca sfocia inevitabilmente in certe discussioni che hanno a che fare con il comportamento umano in quanto le sopracciglia mobili, senza vincoli sopraccigliari, consentono di esprimere emozioni 'sottili' e un rapido riconoscimento di un individuo (ci basta un sesto di secondo).
Insomma, sollevando il sopracciglio possiamo mostrare "facce simpatiche", e allo stesso tempo certi 'segnali' mimico-facciali possono anche indicare l'inganno o la bugia di un individuo. nei primati, come gli scimpanzé, la mimica facciale è minima in quanto ciò è ostacolato da un grosso sopraccigliare, a differenza dell'essere umano che presenta una fronte verticale più piatta e una fronte più glabra, aumentando così la visibilità e la 'segnalazione' delle sopracciglia. 

 In conclusione, un sopraccigliare molto sviluppato è in sostanza un segnale sociale permanente, mentre il movimento delle sopracciglia permetterebbe una sorta di 'dinamismo' dal punto di vista comunicativo ed emozionale. 


Beh, il famoso attore Dwayne 'The Rock' Johnson è famoso per il suo...sopracciglio mobile.




Questo è il cranio denominato Kabwe 1 e conservato al Museo di Storia Naturale di Londra




Non date retta a chi dice che tra tot. anni avremo cranio ed occhi giganti. Molte volte mi arrabbio con certe riviste divulgative che si professano 'professionali' ma che sistematicamente presentano argomenti ascientifici che nulla hanno a che fare con l'evoluzione biologica, o meglio spiegano proprio cosa non è questo concetto denotando che non sanno nemmeno quale sia il reale significato di evoluzione biologica. Parlano di dita allungate perché usiamo il telefono o che in futuro l'uomo avrà il cranio più grande (così, a caso), e di recente questa "rivista" (lo fa sistematicamente) in risalto gli occhi giganti perché "guardiamo gli schermi" o che ci saranno sostanziali cambiamenti in futuro se si continua ad usare attrezzatura elettronica.
Le mutazioni sono imprevedibili e finché non compariranno non si saprà mai se una mutazione è positiva, negativa, neutra e quali interazioni avrà con gli altri geni. Perché è sempre bene ricordare che sono più geni che codificano uno o più caratteri e quasi mai uno gene che codifica un solo carattere. Ma i punti più importanti sono questi:
  • L'evoluzione può prevedere, secondo modelli matematici e statistici, la frequenza genica e allelica in una popolazione solo se il gene è già presente. Come fai a prevedere un carattere che non esiste e che potrebbe non comparire in futuro?
  • Mettiamo caso che possano comparire mutazioni tali che codifichino caratteri come gli occhi giganti, il cranio gigante, le dita allungate ed il pene di un metro. Questi caratteri dovrebbero diventare frequenti all'interno della popolazione solo dopo essere stati selezionati (attraverso i meccanismi evolutivi che queste riviste ignorano) in qualche modo. Che sia Selezione Naturale o Selezione Sessuale o altro favorendo o meno gli individui che possiedono queste caratteristiche;
  • L'evoluzione non è solo morfologica ma anche fisiologica e può avvenire anche solo internamente qualche cambiamento, ed intaccare poco il "fuori". Gli scorpioni hanno subito pochi cambiamenti morfologici nel corso di 300 milioni di anni. È fuorviante e ascientifico dire "tra un milione di anni saremo diversi e irriconoscibili" se tu in mano non hai già dei caratteri presenti che possano essere selezionati diventando potenzialmente frequenti. O anche scomparire;
  • Prendendo l'esempio del cranio come cambiamento prettamente anatomico, essi non capiscono che se una morfologia cambia, cambieranno anche altre. Se la testa dovesse essere più grande, e mettiamo che porti alcuni vantaggi nella vita quotidiana, il parto risulterebbe più difficile e i bambini dovrebbero nascere prima per non avere complicazioni durante il parto, ma ciò comporterebbe malanni dovuti alla nascita prematura. Anche il bacino dovrebbe modificarsi per contenere un cranio più grande che potrebbe compromettere anche la nostra andatura bipede.
Lo stesso discorso si può fare con gli occhi più grandi. Non è che il cranio diventa più grande e basta e si allargano anche le cavità oculari. Lo sviluppo del nostro cervello è andato di pari passo con delle modificazioni che hanno fatto perdere o ridurre alcune componenti, morfologiche e/o muscolari.

E' anche orrenda come immagine.





Questo è uno schema iper (iper) riassuntivo del concetto di evoluzione. L'ho estrapolato da un altro mio articolo "come spiegare il concetto di evoluzione con poche parole" (clicca qui)




I denti del giudizio. I denti del giudizio sono forse il nostro problema più grave e più famoso, sia a livello salutistico che a livello economico. Sono sostanzialmente un terzo molare posti alle estremità della dentatura superiore ed inferiore(sono 4), e sono denti che possono comparire in modo regolare, quindi utilizzati normalmente nella masticazione, oppure possono spuntare in modo obliquo ed irregolare portando a disturbi e patologie come cisti, pericoronite, carie ed ascesso.


Questa irregolarità dentaria, anche a livello numerico (non sempre spuntano tutti e 4 i denti), è dovuta al fatto che quei denti sono degli organi vestigiali, cioè dei relitti evolutivi di organi dei nostri antenati che abbiamo ereditato e che una volta svolgevano una funzione mentre ora no, sono soltanto presenti come una traccia, un 'ricordo'. 

La traccia in questione racconta che in passato gli ominini, come anche alcuni nostri cugini primati, possedevano una dentatura con 3 molari per masticare alimenti crudi e duri. Una serie dentale del genere permetteva una masticazione forte e duratura per triturare bene l'alimento. Con l'evoluzione(cambiamento genetico) si è persa la capacità di masticare cibi molto duri in quanto sono stati selezionati, nel corso del tempo, individui con mandibole e mascelle ridotte e questo ha favorito la variazione della dieta con l'introduzione di alimenti più morbidi.

Se l'evoluzione fosse perfetta e portasse solo miglioramenti, non dovremmo spendere tutti quei soldi dal dentista.



Per l'articolo relativo agli organi vestigiali, clicca qui




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