lunedì 4 dicembre 2023

Gnathostomata-Parte 2: Chondrichthyes

 Un olfatto complesso comparve nei pesci cartilaginei giΓ  nel Devoniano (circa)

Gli squali, come ben sappiamo, difficilmente si preservano e a noi arrivato solo pochi resti, come per esempio i denti. Il fossile in questione si Γ¨ preservato in una condizione tale da presentare tessuti molli, scaglie, muscolatura, fegato, tratto digestivo e impronte di vasi sanguigni. Visse nel Tardo Devoniano (350-383 milioni di anni fa circa), un periodo nel quale incominciarono a proliferare una moltitudine di pesci (e non solo!), quindi potete immaginare un po' la situazione ecologica: esistevano tanti pesci dotati di "scudi" naturali, come gli gnatostomi, e predatori all'apice della catena alimentare come 𝘿π™ͺπ™£π™ π™‘π™šπ™€π™¨π™©π™šπ™ͺ𝙨.
Questa specie presenta una caratteristica unica, o meglio una caratteristica moderna tipica degli squali martello: gli organi nasali ampiamente separati. Questa scoperta suggerisce che l'olfatto specializzato degli squali era giΓ  stato selezionato in un periodo nel quale questi predatori incominciarono ad affermarsi. Insomma, Γ¨ un carattere molto antico quasi quanto gli stessi pesci cartilaginei.
Insomma, la pressione ambientale ha giocato un ruolo fondamentale in questa storia e i mari del Devoniano videro la proliferazione di una moltitudine di specie che a loro volta presentarono una moltitudine di caratteri tali da permettere le piΓΉ disparate specializzazioni, come in questo caso. Una specializzazione del genere ha permesso a questi pesci di individuare le prede, di nuotare in modo efficiente, oppure di scappare da altri predatori, come il placoderma 𝘿π™ͺπ™£π™ π™‘π™šπ™€π™¨π™©π™šπ™ͺ𝙨 (il cosiddetto "pesce corazzato" che presentava gnatali molto affilati).
Questi nuovi fossili provengono dalle regioni MaΓ―der e Tafilalt del Marocco, e sono stati rinvenuti in depositi ricchi di molluschi, placodermi, pesci ossei e cartilaginei. Questa nuova specie di squalo Γ¨ stata chiamata π™ˆπ™–π™œπ™π™§π™žπ™—π™€π™¨π™šπ™‘π™–π™˜π™π™š π™’π™€π™π™–π™’π™šπ™―π™–π™£π™šπ™ž e l'eccezionale conservazione, combinata con la tecnina della tomografia computerizzata, ha ricostruito un cranio tridimensionale tale da fornire una visione dettagliata del neurocranio di questo pesce. Come detto prima, aveva capsule nasali molto distanziate, come lo erano anche le narici e il tubo interno ad esse collegato.
Le capsule distanziate Γ¨ una caratteristica che non Γ¨ presente in altri squali paleozoici contemporanei o comparsi in tempi successivi, e potrebbe trattarsi del primo caso in tutti gli gnatostomi (pesci dotati di mascelle e mandibole). La maggior parte degli squali, a parte il martello che Γ¨ caratterizzato da un cranio relativamente piatto, hanno capsule nasali ravvicinate. Le narici degli squali sono ben visibili sulla parte inferiore del muso, sono costituite da due canali a fondo cieco e nella parte terminale sono presenti delle cellule olfattive che, in parole povere, analizzano la presenza di sostanze odorose disciolte in acqua.
Per quanto riguarda lo squalo martello, invece, le narici sono poste alle estremitΓ  della testa appiattita, sono di dimensioni maggiori e piΓΉ distanti tra loro rispetto a quelle di altre specie di squalo. CiΓ² potrebbe far pensare che una condizione simile possa donare una capacitΓ  olfattiva nettamente superiore rispetto a narici un po' piΓΉ ravvicinate, ma i ricercatori indicano che questa condizione comporterebbe "solo"
maggiore precisione per quanto riguarda la localizzazione degli odori.
Questo perchΓ© si pensa che la spaziatura consenta di determinare da quale lato l'odore Γ¨ piΓΉ forte, consentendo al pesce di orientarsi verso di esso. E' la capacitΓ  di "annusare in stereo(annusare separatamente con ciascuna narice), una capacitΓ  posseduta con molta probabilitΓ  anche da π™ˆ. π™’π™€π™π™–π™’π™šπ™―π™–π™£π™šπ™ž, anche se le capsule nasali non erano cosΓ¬ distanti come negli squali martello odierni.
La comparazione con gli squali odierni ha permesso di capire se, effettivamente, il flusso d'acqua che attraversa le narici influenzi la loro sensibilitΓ  olfattiva. Esistono una moltitudine di squali adattati a diversi contesti ambientali, e ciΓ² che se ne deduce Γ¨ che non esiste la possibilitΓ  di misurare, almeno al momento, la differenza di sensibilitΓ  olfattiva tra gli squali. Quindi, uno squalo con le narici ravvicinate non possiede una sensibilitΓ  olfattiva minore rispetto a quello che possiede delle narici distanziate, ma cambia solo capacitΓ  di localizzare quegli odori.

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