giovedì 7 dicembre 2023

Le diete sapiens e neanderthaliane

 Cosa mangiavano gli antichi esseri umani poco prima dell’avvento dell’agricoltura?

Nel corso del tempo, l’uomo si è nutrito di una vasta gamma di alimenti, sia di carne che di vegetali, seguendo così le abitudini alimentari di molti primati odierni come gli scimpanzé. Il gruppo paleolitico degli Iberomaurusiani era composto da cacciatori-raccoglitori che, tra i 13.000 e i 15.000 anni fa, seppellirono i propri morti nella grotta di Taforalt, nell'odierno Marocco. Attraverso l'analisi degli isotopi estratti dalle ossa e dai denti di sette individui Iberomaurusiani, emerge che essi si nutrivano principalmente di vegetali, che costituivano la loro principale fonte di proteine.
Le quantità di vegetali consumate da questa popolazione sono paragonabili a quelle di altre società pre-agricole e anche a quelle delle popolazioni del Levante, che già facevano un ampio uso dell'agricoltura e delle quali abbiamo le prime prove di addomesticamento delle piante. Tuttavia, questo gruppo si distingue dai dati raccolti su altre popolazioni di cacciatori-raccoglitori dello stesso periodo.
Consumavano una grande quantità di piante amidacee, tra cui i cereali selvatici, tuttavia non tutti gli individui ottenevano lo stesso quantitativo di proteine dalle piante, una condizione insolita per una popolazione pre-agricola. Gli isotopi forniscono preziose informazioni sulle diete degli antichi umani e degli animali. In particolare, gli isotopi dello zinco, del carbonio e dell’azoto, presenti nel collagene e nello smalto dei denti, rivelano la quantità di carne consumata nel corso del tempo. Gli isotopi del carbonio, invece, non permettono di determinare la tipologia di cibo consumato, ma consentono di valutare la quantità.
Tuttavia, i resti archeobotanici di ghiande, pistacchi, pinoli, avena e legumi eliminano ogni dubbio. Questo è particolarmente significativo poiché sono state ritrovate, nelle vicinanze del sito, le macine utilizzate per lavorare tali prodotti vegetali.
Quindi, sebbene si nutrissero principalmente di vegetali, consumavano anche carne, come dimostrano i resti di ossa di selvaggina di grandi dimensioni trovati nelle vicinanze del sito, che mostrano segni di taglio e macellazione. La crescente dipendenza dai vegetali è stata influenzata da diversi fattori, tra cui un aumento delle piante commestibili e la diminuzione degli animali di grosse dimensioni. È interessante notare che l'analisi isotopica ha rivelato prove di svezzamento precoce con alimenti vegetali. Prima della sua morte, avvenuta tra i 6 e i 12 mesi di vita, il bambino si nutriva principalmente di vegetali amidacei. È probabile che lo svezzamento sia stato agevolato dalla disponibilità di tali vegetali, a differenza di altri bambini di altre popolazioni che vivevano in luoghi con una scarsità di vegetali commestibili.
La questione si sposta ora sulla nascita effettiva dell’agricoltura, poiché per esigenze storiche si è convenuto di collocare attorno ai 10.000 anni il periodo in cui avvenne il passaggio dal Paleolitico al Neolitico (attraverso il Mesolitico) per spiegare questo apparente cambiamento di dieta e stile di vita. Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse numerose ricerche che testimoniano il consumo di vegetali decine di migliaia di anni prima dell'avvento dell’agricoltura:
- All'inizio di quest'anno è stata pubblicata una ricerca che ha analizzato i resti di 24 individui provenienti da siti di sepoltura in Perù, risalenti a un periodo compreso tra 9000 e 6500 anni fa. Questo studio ha rivelato che le diete delle popolazioni delle Ande erano composte per l'80% da vegetali e per il 20% da carne. I siti dell'Olocene di Wilamaya Patjxa e Soro Mik'aya Patjxa si trovano a circa 3800 metri di altitudine, con i tuberi che potrebbero essere stati la principale risorsa alimentare.
- Altri studi, come quelli condotti sui Neanderthal, hanno evidenziato la produzione di proto-farina e alimenti a base di piselli, lenticchie, noci, e così via. Questi risultati indicano che i Neanderthal avevano una conoscenza approfondita delle piante e suggeriscono che tentativi di addomesticazione potrebbero essersi verificati molto prima della cosiddetta "nascita" dell'agricoltura.
In generale, non esisteva una dieta standard durante questo periodo, ed è plausibile che le persone si nutrissero in base alle risorse disponibili nei vari ambienti. L'uomo è sempre stato un animale flessibile: quando gli animali scarseggiavano, ci si nutriva di vegetali, e viceversa. Tuttavia, è interessante notare che nel Levante, l'area spesso associata alla nascita dell'agricoltura, vi fossero popolazioni pre-agricole con una dieta molto simile a quella degli Iberomaurusiani. Si potrebbero considerare come precursori dell’agricoltura? Questo non è certo, poiché la transizione all’agricoltura è stata probabilmente un processo lungo e complesso, che potrebbe essersi sviluppato in tempi e modi diversi a seconda del contesto ambientale. È improbabile che sia avvenuto un unico rapido cambiamento simultaneo a livello mondiale.
Fonte: Moubtahij, Z., McCormack, J., Bourgon, N. et al. Isotopic evidence of high reliance on plant food among Later Stone Age hunter-gatherers at Taforalt, Morocco. Nat Ecol Evol (2024).

La dieta a base di Omega 3 del Neanderthal

Prima si pensava che tra le specie umane, la nostra fosse l'unica ad avere anche una 'dieta marinara' ma, questa "recente" ricerca ha indicato che questo tipo di dieta non era estranea al Neanderthal.
Resti di cibi 'marini', infatti, sono stati trovati nella grotta di Figueira Brava, sulla costa atlantica del Portogallo. Si tratta di cozze, vongole, granchi, cefali e orate datate tra i 100.000 e 90.000 anni fa che rivoluzionano l'immagine che avevamo sui Neanderthal: non erano solo 'cacciatori di selvaggina' e abitavano lungo gli insediamenti costieri, proprio come il Sapiens.
Questa scoperta indica, inoltre, che la dieta del Neanderthal era quindi ricca di Omega 3 e di acidi grassi che favoriscono un buon sviluppo del cervello.
Vediamo "leggermente" nel dettaglio gli alimenti che sono stati rinvenuti nel sito:
-piccoli vertebrati, selvaggina e mammiferi marini. Sono presenti sia specie stanziali che migratorie, come denotato dalla presenza di molti uccelli marini che si riprodussero nelle vicinanze delle coste o sulle scogliere. In generale sono stati trovati anche resti di carnivori (circa il 4%), di animali di piccola taglia (i lagomorfi sono poco rappresentativi rispetto a quelli di selvaggina come cavallo cervo, ecc. che rappresentano l'89% dei mammiferi identificati) e di grande taglia, come orsi bruni e lupi (circa il 7%);
-dei "Sampei" provetti. Questi neanderthaliani vissero in prossimità di una costa rocciosa, dove raccolsero lì sistematicamente patelle, granchi e una moltitudine di pesce. Infatti, sono state ritrovate tante ossa e denti, per la maggior parte appartenenti ad anguille, murene e gronghi. Le anguille erano belle grosse, infatti raggiunsero anche i 30 cm di lunghezza;
-resti vegetali. L'87% del carbone identificato appartiene a Pinus pinea, e ciò denota che questa specie fosse utilizzata come combustibile, ma la maggior parte dei resti bruciati di pino sono gusci di noci e brattee. Venivano raccolti i frutti di questa specie;
-una moltitudine di crostacei. Sono stati rinvenuti resti appartenenti a vari generi: Bittium, Nucella, Tritia e molti altri. Sono stati utilizzati per creare ornamenti (molti gusci sono stati forati), ma venivano raccolti sistematicamente e ciò porta alla conclusione che venissero utilizzati anche in ambito culinario.
Cosa possiamo dire sulla dieta di questi neanderthaliani dell'ultima Interglaciale iberica? In sostanza, si nutrivano in modo simile agli esseri umani dell'Olocene mentre, per quanto riguarda la sussistenza in sé, erano sia cacciatori che pescatori (in ambienti soprattutto temperati). La raccolta sistematica di molluschi implica una grande conoscenza del mare e di tutti i fenomeni legati ad esso (come le maree) lungo il litorale portoghese. Ciò presuppone uno sviluppo cognitivo non di poco conto.

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I Neanderthal processavano, grazie all'ausilio di proto-pestelli, le risorse vegetali circostanti già 40.000 anni fa circa
Questa scoperta è estremamente importante in quanto ci permette di renderci conto di quanto i neanderthaliani fossero versatili dal punto di vista dell'alimentazione: in Nord Europa, con un clima più rigido, l'alimentazione era a base perlopiù di carne; nella penisola Iberica si nutrivano regolarmente di pesci e crostacei; in Italia la dieta era perlopiù a base di vegetali, soprattutto grazie ad un clima più temperato.
Questa sorta di strumento simil pestello è stato rinvenuto ai Balzi Rossi, un sito preistorico facente parte del comune di Ventimiglia (IM). Per la precisione è stato rinvenuto presso Riparo Bombrini, e devo essere sincero: sono alquanto emozionato. Questo perché, a Febbraio del 2023, partecipai ad uno scavo presso Riparo Mochi, sempre facente parte di questo straordinario sito preistorico, quindi ho avuto modo di conoscere la zona, sia dal punto di vista preistorico che geologico. Tra qualche settimana, vi parlerò del sito nel dettaglio raccontandovi un po' la mia esperienza.
Ritorniamo allo studio. Questo reperto archeologico permette di retrodatare di 30.000 anni circa una pratica che vedremo solo con la comparsa dell'agricoltura, cioé processare vegetali ad uso alimentare. Parlai tempo fa di un'interessantissima scoperta nel quale si documentava la capacità del Neanderthal di utilizzare i vegetali per scopi farmaceutici ed alimentari (soprattutto cereali e legumi. Trovate il link nei commenti).
E' un reperto del Musteriano (Paleolitico Medio) quindi, come detto prima, retrodata questa pratica proprio perché, nello stesso sito, vennero trovati altri utensili simili associati al Sapiens (oltre a trovarne altri in siti nei pressi di Salerno). Sono stati processati granuli di amido con morfologie diverse, e ciò testimonia che nei siti fossero presenti delle macine, o comunque dei luoghi appositi dove processare gli alimenti vegetali. Insomma, già prima dell'arrivo del Sapiens in Europa, era già noto come sfruttare gli ambienti circostanti e le specie botaniche. Si creava una sorta di impasto (che gli autori comunque la identificano come "farina") che permetteva una conservazione prolungata del cibo, e permetteva allo stesso di essere cotto con altri alimenti.
Vediamo brevemente alcuni risultati molto interessanti (sono veramente tanti, vi invito a vedere il paper originario):
1) Riparo Bombrini e Grotta di Castelcivita, i siti studiati, erano entrambi abitati durante una fase cruciale: il declino a livello popolazionistico del Neanderthal e l'espansione in Europa del Sapiens. Ciò che si nota è una certa somiglianza di pratiche tecno-economiche tra le due specie e, siccome i contatti tra le due diverse popolazioni erano molto limitate in quel periodo (a differenza di ciò che accadde nel Medio-Oriente, o comunque in Asia),è probabile che le macine analizzate in questo studio indichino convergenze comportamentali nello sfruttamento delle risorse vegetali. Insomma, utilizzavano tecnologie simili e sviluppate in modo indipendente con lo scopo di produrre questa sorta di "farina";
2) La produzione di "farina" in Liguria è, al momento, la più antica testimonianza nel record geologico di questa pratica in quanto i reperti sono datati 43-41.000 anni circa. Inoltre, i granuli di amido attribuibili alle Triticeae sulle macine protoaurignaziane in entrambi i siti testimoniano che i Sapiens lavoravano cereali selvatici almeno 41.500-36.500 anni fa, quando si espansero in Eurasia e molto prima della comparsa dell'agricoltura;
3) Gli utensili del Bombrini erano strumenti relativamente "semplici", cioè piccoli sassi dalla superficie ruvida che venivano utilizzati allo scopo di produrre farina mentre, quelli di Castelcivita, erano più lisci e volutamente modificati.
Questi nuovi dati suggeriscono una profonda conoscenza delle risorse vegetali disponibili in entrambi i gruppi umani e la capacità di adattare diverse tecnologie ai diversi contesti ambientali e alle risorse locali. Infatti, Le diverse morfologie dei grani di amido attestano la lavorazione di piante diverse ben prima dell'introduzione di quelle domestiche.

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