giovedì 7 dicembre 2023

Addomesticazione dei cani e dei gatti

 I LIGNAGGI DEGLI ATTUALI CANI E GATTI SI SONO DIVISI E DIVERSIFICATI IN TEMPI DIVERSI

Il DNA mitocondriale risulta essere un'arma efficace quando si vogliono fare ricostruzioni filogenetiche(chi è imparentato con chi e a quando risale l'ultimo antenato comune). A Febbraio del 2021 è stata fatta un po' di chiarezza sull'ordine dei carnivori(Carnivora).
Ma partiamo dal principio. L'ordine dei carnivori si divide in due sottordini(Caniformia, come per esempio cani, lupi, lontre orsi e Feliformia, come per esempio gatti, iene, tigri ecc.) per un totale di 296 specie. I fossili più antichi ascrivibili all'ordine Carnivora risalgono al tardo Paleocene. Erano organismi di piccola taglia appartenenti a due famiglie ormai estinte: Miacidae e Viverravidae.
I fossili, come ben sapete, ci danno sempre informazioni parziali e non è sempre facile ricostruire il rapporto filogenetico, quindi le parentele, tra gruppi odierni ed estinti. In questo caso, il rapporto tra Carnivora del presente e del passato non è del tutto delineato, infatti si ipotizza l'esistenza di due taxon che si collocherebbero sopra le due famiglie citate: Carnivoriformes(Miacidae e Carnivora) e Carnivoramorpha(Carnivoraformes e Viverravidae). Si, lo ammetto mi sono perso anche io.
Gli studi sui DNA mitocondriali completi, suggeriscono che i principali gruppi di Caniformia(lupi, cani) si siano separati durante l'Eocene(55,8-34 milioni di anni circa), mentre i principali gruppi di Feliformia(gatti, tigri) si siano separati e diversificati durante l'Oligocene(34-23 milioni di anni circa).

I gatti si sono...(auto)addomesticati! L'addomesticazione di piante ed animali ha segnato un profondo cambiamento nelle abitudini umane: si incominciarono a coltivare "in situ" piante per fare fronte a diverse esigenze alimentari, si addomesticano cani per la guardia o la caccia oppure si addomesticarono bovidi (e tanti altri animali) per svolgere lavori duri, quasi impossibili da svolgere per un essere umano.

In questo caso parliamo di Selezione Artificiale, un meccanismo opposto a quello della Selezione Naturale dove, in sostanza, l'uomo incrocia varianti della stessa specie (con caratteristiche diverse) che in natura non si accoppierebbero mai, per ragioni etologiche o geografiche. Tutte le razze canine, per esempio, sono frutto di Selezione artificiale.
Tralasciando questa doverosa parentesi, il record fossile e archeologico ci ha sempre fornito informazioni interessanti sull'addomesticazione di molte specie. Il cane, per esempio, negli ultimi 30.000 anni circa, ha accompagnato l'uomo in svariate scampagnate in mezzo alla natura, ma avevamo poche informazioni sui gatti. Come sono stati addomesticato dall'uomo? E quando?
Sono stati studiati svariati DNA antichi di gatti in senso lato, e ciò che suggerisce questo studio del 2017 è che il loro genoma non ha subito molte modificazioni, come quelle che si possono ottenere attraverso la Selezione Artificiale. Insomma, sembra che ad un certo i gatti siano entrati nella nostra vita e, per un certo periodo, il genoma dei gatti selvatici e quello dei gatti domestici era sostanzialmente simile, presentando solo piccole differenze. I gatti non sono stati intaccato da questa "convivenza", tanto che decisero loro come (e quando) collaborare o vivere con l'uomo. Come fanno oggi, del resto.
Entriamo un po' più nel dettaglio
Sono stati analizzati oltre 200 gatti vissuti negli ultimi 9000 anni circa, includendo anche gatti provenienti dall'antico Egitto o quelli selvatici africani.
Due sono i lignaggi che hanno portato alla comparsa dei gatti domestici odierni, infatti i primi antenati si diffusero dall'Asia sudoccidentale e in Europa già 6400 anni fa circa. Probabilmente, la convivenza con l'uomo incominciò circa 8000 anni fa quando incominciarono a frequentare le comunità agricole della Mezzaluna fertile. La creazione di comunità stabili ha permesso a molti animali, come alcuni roditori, di vivere in prossimità di questi accampamenti, con il gatto che si è rivelato essere un alleato formidabile nella cattura di questi piccoli animali. Insomma, gli umani preservavano i loro raccolti grazie ai gatti che si facevano una scorpacciata di roditori (o di altri animali infestanti) senza grosse difficoltà, arrivando a coesistere (o meglio, ad abitare con l'uomo) probabilmente seguendo le popolazioni di roditori che si avvicinavano man mano agli insediamenti umani.
A differenza del cane (selvatico), che è stato letteralmente preso dal suo habitat ed è stato "inprigionato" prima di arrivare ad individui selezionati in base a certe caratteristiche, l'addomesticazione del gatto è stata un po' più spontanea, se vogliamo anche indiretta, in quanto è avvenuta man mano che gli insediamenti incominciarono ad espandersi. Hanno avuto il tempo di decidere se farsi addomesticare o meno da noi.
Il secondo lignaggio è quello composto da gatti africani che si diffusero in Egitto a partire da 3500 anni fa circa. I gatti nella cultura egizia sono importantissimi, e ciò ha fatto pensare che gli egizi abbiano visto in questi gatti qualche caratteristica utile, attraente, come la docilità o la socievolezza. È un lignaggio che ha contribuito al pool genetico del gatto domestico.
Questo per arrivare ad una prima conclusione: l'addomesticazione del gatto avvenne in tempi relativamente recente, tanto da diffondersi velocemente negli insediamenti del 'Vecchio Mondo" in poco tempo attraverso rotte terrestri o marittime (in quest'ultimo caso, i gatti da sempre sono stati i "padroni"delle navi per via del loro utilizzo come "cacciatori di roditori").
Quindi, in parole povere, gatti domestici e selvatici non mostravano grosse differenze nel loro corredo genetico tranne per piccole differenze genetiche. Per esempio, esisteva un gene che donava (e dona) ai gatti un manto tigrato, una caratteristica che non esisteva fino al Medioevo. È uno dei pochi tratti che permetteva (e permettono) di distinguere un gatto domestico da uno selvatico.
La comparsa tardiva di questo manto caratterizzato da macchie, chiazze o strisce, incominciò a comparire nei gatti soriani (domestici) del Medioevo. Il gene che codifica questa caratteristica parrebbe essere comparso nel lignaggio del soriano durante il periodo dell'Impero Ottomano nell'Asia sudoccidentale, per poi diffondersi in Africa e in Europa.
I modelli e gli areali di espansione suggeriscono la dispersione lungo le rotte commerciali marittime e terrestri, ed una variante del colore del mantello è stata trovata con elevata frequenza solo dopo il Medioevo, suggerendo che l'allevamento diretto dei gatti è avvenuto più tardi rispetto alla maggior parte degli altri animali domestici. I primi segni diventarono evidenti solo all'inizio del XVIII secolo, con l'uomo che incominciò a selezionare attivamente i gatti solo a partire dal XIX secolo creando le razze odierne.
La differenza con il cane
Come detto prima, il cane è stato volutamente "catturato" e selezionato per compiere compiti specifici, mentre la selezione delle razze feline è stato recente e solo per motivi estetici. In fondo, il gatto ha sempre svolto le "solite" mansioni come animale da compagnia, o per salvaguardare certi alimenti, mentre le varie razze canine (escludendo quelle selezionate solo per motivi di "bellezza") hanno svolto i compiti più disparati: sono specializzati per la guardia, per ritrovare certi alimenti o indumenti, possono aiutare persone con diverse problematiche fisiche e motorie. Insomma, l'addomesticazione e la selezione del cane è stata voluta, mentre quella del gatto è stata spontanea, probabilmente perché non era necessario...cambiarli.
Erano già ""perfetti""" così 😃
Comunque, la scarsità di resti di gatti nella documentazione fossile ed archeologica indicano che al momento possiamo fare affidamento solo su pochi casi di studio zooarcheologici. Questi studi suggeriscono che le antiche società sia del Vicino Oriente che dell’Egitto potrebbero aver svolto un ruolo chiave nella domesticazione dei gatti.

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