mercoledì 27 marzo 2024

Sinistrorso o destrorso: le implicazioni evolutive nella dominanza della mano

 Questo è, in parte, un discorso che potrebbe essere trattato anche a livello culturale, poiché non sono poche le culture e le religioni che "obbligano", direttamente o indirettamente, l'uso della mano destra rispetto alla sinistra. Basti fare un salto nel tempo di qualche decennio per vedere come la mano sinistra sia stata associata, per molti anni, a figure demoniache. Qui, però, attraverso una serie di studi, vedremo che è una questione perlopiù evoluzionistica.

L'uso di una mano dominante, quella destra, è tipico del 90% degli attuali esseri umani, e nel record fossile è stata associata ad individui di Homo habilis (Frayer et al., 2016), datati circa 1,8 milioni di anni fa. Si tratta della più antica traccia di condizione destrimana nel nostro lignaggio ed è interessante se osserviamo altri primati, poiché in essi non esiste una vera e propria preferenza (è di circa il 50%).

I fossili in questione sono stati ritrovati nella famosa Gola di Olduvai, in Tanzania, e le tracce arrivano direttamente dai denti di questi ominini e dalle impronte che hanno lasciato sui loro pasti. L'individuo in questione presenta sulle superfici dentali delle striature oblique direzionate da sinistra a destra verso il basso, e si è dedotto che l'ominino stesse stringendo tra i denti un pezzo di cibo; con la mano sinistra cercava di tenere il pezzo di carne mentre, con la destra, cercava di reciderlo con uno strumento litico che, di tanto in tanto, scivolava sui denti. Potete immaginare il dolore. Quindi, si è dedotto che H. habilis fosse destrimane, come lo erano i neanderthaliani di Sima de Los Huesos, datati circa 400 mila anni fa. Si sa che la preferenza della mano e il linguaggio hanno origine nel lato sinistro del cervello, pertanto gli autori sostengono che la preferenza di una mano rispetto all'altra possa essere sintomo di una riorganizzazione cerebrale legata al trend evolutivo dell’encefalizzazione.

Nell'immagine potete vedere i denti in questione appartenenti ad un individuo di H. habilis, con una rappresentazione delle striature (Frayer et al., 2016)

C'è una spiegazione? Diciamo che non è chiaro come mai esista questa discrepanza con il 90% degli esseri umani che presenta una condizione destrorsa, ma è stato suggerito che l'evoluzione della mano destra sia legata a contesti in cui è aumentata la richiesta motoria e cognitiva, probabilmente legati all’uso di strumenti litici, come i combattimenti con strumenti litici. Insomma, la "preferenza" della mano destra rispetto all'altra richiede una certa manualità e una minore esposizione del torace sinistro. Cosa significa?

È stata pubblicata una ricerca qualche anno fa (Larsson, 2017) nella quale l'utilizzo della mano destra comporterebbe una maggiore protezione della parte sinistra del torace, questo perché mentre si combatte, l'emitorace sinistro ruota in direzione opposta a quella dell’avversario. È stato quantificato il grado di asimmetria toracica/cardiaca negli esseri umani, con lo scopo di stimare qualsiasi differenza nel rischio di lesioni derivanti da un attacco con uno strumento affilato, sia nel lato sinistro che destro del torace. Il primo dato riguarda il volume cardiaco e, in media, circa il 73% è situato nell’emitorace sinistro. I risultati suggeriscono una maggiore vulnerabilità della parte sinistra del corpo durante il combattimento e, di conseguenza, la preferenza della mano destra sembrerebbe essere un carattere adattativo. In parole povere, l'asimmetria toracica, quindi la presenza di buona parte del volume cardiaco nell'emitorace sinistro, potrebbe aver contribuito allo sviluppo della preferenza della mano destra negli esseri umani, poiché la lesione toracica destra è minore rispetto a quella sinistra (la probabilità di lesioni cardiache sarebbe quasi 3 volte maggiore). Questo perché nell'emitorace sinistro si trova l’aorta, il più grande vaso del corpo.

Scansione che mostra la posizione del cuore nel torace, 3/4  si trovano nell'emisfero sinistro (Larsson, 2017)

Esistono comunque delle limitazioni. Anche se con la mano destra si tende ad attaccare e con la mano sinistra a proteggere la parte più delicata del torace, il combattimento con spade e lance è un comportamento recente e non si sa se una presa unilaterale fosse comune nella preistoria, forse legata esclusivamente alla caccia ai grandi mammiferi, come il mammut. Ma, in generale, gli autori della ricerca indicano che la violenza "brusca", accompagnata da un'arma affilata, potrebbe in qualche modo aver fornito un vantaggio ai destrimani. La particolarità è che la condizione destrimane è molto diffusa nei maschi, forse perché (come anche in altri gruppi di primati) potrebbe essere un carattere legato al sesso, in quanto i maschi nei primati sono coinvolti in conflitti violenti rispetto alle femmine.

E i mancini? Diciamo che sono il "problema" di questa tipologia di studi perché ancora non si conosce bene come avvenga ciò. È probabile che anche i mancini avessero un certo vantaggio, questo perché i destrimani davanti a un mancino si troverebbero in una situazione relativamente insolita durante un combattimento. La frequenza, qui, gioca un ruolo fondamentale proprio perché i mancini sono molto rari, mentre non è affatto raro incontrare sportivi con questa condizione. Il 10% dei mancini in una popolazione potrebbe riflettere una sorta di equilibrio tra un vantaggio che dipende dalla frequenza dei mancini e lo svantaggio di esserlo. L'aumento del rischio per i mancini di ricevere una ferita mortale quando colpiti in combattimento può, in una certa misura, essere bilanciato da un rischio ridotto di essere colpiti, purché i mancini siano rari nella popolazione, mentre un individuo destrorso può avere come vantaggio quello di avere maggiore accesso al torace sinistro dell’avversario, e quindi al cuore. È probabile che una piccola differenza nella mortalità abbia in qualche modo influenzato anche la manualità, la produzione litica per intenderci, presupponendo che le situazioni di combattimento fossero comuni tra i primi antenati e che l’omicidio fosse una causa comune di morte tra i cacciatori-raccoglitori.

Nel 2023, ad integrazione di ciò che abbiamo letto, gli autori indicano che l’omicidio potrebbe essere stato comune nei primi ominini, cioè quelli che "preferivano" usare l’arto anteriore destro in combattimento, potrebbero aver avuto un rischio minore di ferite mortali e un vantaggio nel combattimento. Ciò spiegherebbe la loro maggiore frequenza. Vediamo i risultati della ricerca:

  • La lateralizzazione cerebrale, un processo psicobiologico che consente di sviluppare due emisferi uguali e simmetrici, potrebbe aver presentato alcuni vantaggi in termini di fitness come evitare la duplicazione delle funzioni del cervello facilitando, al contempo, l’elaborazione parallela e l’apprendimento percettivo e motorio. Ciò suggerisce che la mancinità persiste nella popolazione umana e comporterebbe un vantaggio nel combattimento, e parrebbe avere un’origine genetica piuttosto che una causa ambientale.
  • Anche la minore frequenza della condizione mancina gioca un ruolo molto importante, e ciò deve comportare un costo in termini di fitness. I destrimani sono più numerosi e non a causa di qualche vantaggio specifico, ma perché l’essere mancini comporta in certe occasioni uno svantaggio.
  • Essere bravi a combattere è altamente adattativo per i maschi, e la selezione sessuale dei maschi è stata fortemente influenzata dalla competizione intrasessuale con altri maschi. Si tratterebbe di un vero e proprio dimorfismo sessuale con i maschi che presenterebbero una maggiore muscolatura della parte superiore del corpo e braccia proporzionalmente più lunghe rispetto alle femmine.
  • Quando i mancini divennero più rari, ottennero un vantaggio "a sorpresa", e le proporzioni di mancini e destrimani all’interno della popolazione si stabilizzarono. Come detto prima, il mancino in una situazione del genere si troverebbe in svantaggio perché non avrebbe modo di proteggere il torace sinistro, esponendo il torace, ma la loro rarità li avrebbe resi "imprevedibili".

La condizione destrimane potrebbe in qualche modo essere una sorta di pressione evolutiva, in quanto avrebbe spinto gli stessi umani a produrre armi più maneggevoli ed affilate. È una soluzione che sembra essere presente solo nel nostro lignaggio, in quanto lo scimpanzé (Pan troglodytes) non presenta una disuguaglianza elevata per quanto riguarda l’utilizzo della mano, questo perché sono manipolatori di oggetti e possono lanciarli, ma non si scagliano direttamente contro l’avversario. Insomma, la condizione destrimane conferirebbe una certa precisione durante l’uso degli strumenti. Alcuni ricercatori ritengono che la condizione destrimane sia stata selezionata proprio attraverso l’uso di strumenti (chi possedeva casualmente questa caratteristica, poteva in qualche modo essere avvantaggiato rispetto a chi non lo possedeva) e che possa essere stata ereditata persino dall’antenato comune tra Homo e Pan, mentre in quest’ultimo genere potrebbe essere andata persa.

Se l’uso degli strumenti era fondamentale per lo sviluppo della manualità, le prove provenienti dai primati non umani indicano che l’uso continuativo degli strumenti potrebbe essere stata una forma unica di uso degli strumenti che esercitava una forte pressione selettiva/evolutiva, unica nel nostro lignaggio. Gli scimpanzé sono in grado di utilizzare strumenti come armi contro i conspecifici, i bonobo sono in grado di fabbricare delle strutture simili a delle lance attraverso dei bastoncini, e ciò indicherebbe che i primi ominini, con una capacità cranica simile a questi odierni primati, avessero avuto la capacità cognitiva di produrre strumenti e utilizzare armi affilate. Potrebbero essersi diffuse queste armi per “imitazione”, velocemente all’interno delle popolazioni, portando a pensare che gli ominini siano in grado di “duellare” da milioni di anni.

In conclusione, gli autori incominciano a dare più rilevanza alla condizione mancina, in quanto i mancini possiedono due cortecce motorie dominanti, pertanto non mostrano una grande differenza di manualità tra le mani come negli individui destrimani, e questo potrebbe suggerire che i mancini possano avere caratteristiche fisiche innate per quanto riguarda alcuni movimenti fisici, pertanto la presenza di tanti destrimani potrebbe essere collegata al fatto che questa tipologia di combattimento possa essere utile per combattere altri destrimani: la mano sinistra dei destrimani è in grado di reagire più velocemente della destra, mentre la presenza di mancini potrebbe produrre un combattimento più versatile basato proprio sulla loro scarsità. I mancini negli sport risultano essere più flessibili e coordinati a livello motorio e questo potrebbe confondere l’avversario. La differenza decisiva tra individui destrimani e mancini è la lateralizzazione del controllo motorio e ciò sembrerebbe avere una base genetica.

E negli altri primati?

In uno studio del 2022 è stata studiata la preferenza delle mani nei primati antropoidi, con dati sulla preferenza delle mani per la manipolazione di oggetti standardizzata su 1786 individui di 38 specie di primati antropoidi, tra primati umani e non. Utilizzando metodi filogenetici quantitativi, sono stati testati i ruoli dell'ecologia, delle dimensioni del cervello e dell'uso degli strumenti nell'evoluzione della manualità dei primati. Si stabilisce che la mano destra umana rappresenti un estremo senza precedenti tra gli antropoidi ed è stato riscontrato che i taxa che mostrano la mano destra a livello di popolazione sono rari. La direzione della lateralizzazione manuale a livello di specie era ampiamente uniforme tra i primati non umani.

Si osservano modelli altamente variabili di forza di preferenza della mano, che mostrano segni sia di ecologia che di filogenesi. In particolare, i primati terrestri tendono a mostrare preferenze manuali più deboli rispetto alle specie arboree. Questi risultati mettono in discussione le idee popolari sull'evoluzione della manualità dei primati, inclusa l'ipotesi delle origini posturali. Inoltre, indicano un potenziale vantaggio adattivo derivante dalla diversa forza di lateralizzazione nei primati, una misura della preferenza della mano che è stata spesso trascurata in passato. Infine, i dati mostrano che i modelli di lateralizzazione umana non si allineano con le tendenze riscontrate tra gli altri antropoidi, suggerendo che pressioni selettive uniche abbiano dato origine alle insolite preferenze manuali della nostra specie.

La questione evolutiva della manualità umana rivela che la destrezza umana non ha eguali tra i primati, e che gli esseri umani si discostano marcatamente da tutti gli altri taxa solo nella direzione e non nella forza della lateralizzazione per la manipolazione bimanuale. Quando si tratta di quest'ultimo, la condizione umana viene almeno avvicinata da gruppi come le scimmie ragno (Ateles). Forse sorprendentemente, la forza della mano nelle grandi scimmie è modesta in confronto.

C'è una correlazione al bipedismo? I primati quadrupedi tendono a mostrare preferenze di mano più forti quando adottano una postura bipede relativamente instabile. Se questa differenza si riferisca alla locomozione bipede, che è stata spesso sostenuta come correlata alla manualità, è un aspetto ancora da chiarire. Le implicazioni evolutive suggeriscono che, sebbene gli esseri umani siano bipedi, un’alta percentuale di azioni manuali complesse, inclusi numerosi esempi di manipolazione bimanuale e uso di strumenti, non vengono (e non sono mai state) eseguite abitualmente. Questi risultati suggeriscono che il bipedismo almeno non è un prerequisito per sviluppare forti preferenze per le mani nei primati antropoidi.

Oltre agli esseri umani, forme estreme nell'uso degli arti dei vertebrati sono note nei pappagalli e nei canguri terrestri. Il motivo per cui questi gruppi molto diversi convergono sotto questo aspetto rimane enigmatico. Allora, perché gli esseri umani si distinguono nell'ordine dei primati quando si tratta di direzione manuale? È possibile che l’estrema destrezza degli esseri umani sia un tratto che si è evoluto a causa di esigenze neurofisiologiche uniche non sperimentate da altri primati. Frost (1980) già sottolineava che la straordinaria competenza umana nell'uso e nella fabbricazione di strumenti dovrebbe essere considerata un'influenza significativa sull'evoluzione della manualità. Pertanto, non è solo l’uso di strumenti legato al foraggiamento in sé, ma il modo unico in cui ci si è immersi nei comportamenti umani complessi, che potrebbe aver influenzato la lateralizzazione complessiva del cervello nel nostro lignaggio. In linea con ciò, le aree della corteccia prefrontale coinvolte nella cognizione motoria sono strutturalmente derivate negli esseri umani e differiscono significativamente dai loro omologhi nei primati in generale.

Esisterebbe, probabilmente, una sorta di coevoluzione tra linguaggio e manualità, che potrebbe spiegare modelli specifici di lateralizzazione manuale a livello di popolazione nell'uomo. Lo sviluppo e la funzione dei substrati neurali che controllano il comportamento vocale e quelli che regolano il controllo motorio manuale dovrebbero essere intrecciati in modo univoco negli esseri umani. La connettività del fascicolo arcuato, coinvolto criticamente nell’elaborazione e nella produzione del linguaggio, è altamente derivata negli esseri umani, suggerendo importanti differenze qualitative rispetto ad altre specie. Per identificare una connessione evolutiva tra questi fenomeni, sarebbe necessario individuare geni pleiotropici o comunque funzionalmente collegati che influenzino lo sviluppo di entrambe le aree linguistiche e quelle legate alla manualità. Tuttavia, le prove attuali suggeriscono che il linguaggio e la manualità siano in gran parte indipendenti a vari livelli strutturali, e resta una questione essenzialmente irrisolta dell’evoluzione cognitiva umana. Riguardo alle preferenze manuali nei primati antropoidi, si osservano modelli altamente variabili di forza di preferenza della mano, correlati all'ecologia e alla filogenesi. Al contrario, non è stato trovato alcun segnale filogenetico ed effetti ecologici più deboli per la direzione della lateralizzazione, e poche specie mostrano preferenze manuali significative a livello di popolazione. Le ipotesi sull'evoluzione delle preferenze manuali dei primati dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla forza della lateralizzazione manuale piuttosto che sulla direzione per affrontare i modelli filogenetici qui descritti. L’insolito modello di lateralizzazione manuale umana richiederà, molto probabilmente, spiegazioni che non possono essere derivate da tali studi comportamentali comparativi. Le basi evolutive dell’espressione della manualità nella nostra specie rimangono al momento enigmatiche.



Una filogenesi colorata in base alla preferenza della mano. Con A si indica la forza e con B la lateralità (Caspar, 2022)


A questo punto, a meno che non sia emerso qualcosa di interessante negli ultimi mesi, è meglio concentrarsi solo su Homo sapiens, visto che la scelta della mano destra rappresenta un adattamento tipico del nostro lignaggio. Uno studio del 2017 fa risalire già al periodo di gestazione l’asimmetria tra lato sinistro e destro del corpo. Sembrerebbe che alla decima settimana di gestazione il 90% dei feti muova più spesso il braccio destro e che il 10% preferisca quello sinistro. Nell’adulto, i movimenti del braccio e della mano sono regolati dalla corteccia motoria, che manda un segnale al midollo spinale, da cui parte il movimento.

Dal momento che alla decima settimana il midollo spinale e il cervello non sono ancora collegati, l’ipotesi dei ricercatori è che all’origine della preferenza per il lato sinistro piuttosto che per il destro ci sia il midollo spinale e non il cervello. In altre parole, il bambino sceglierebbe una mano preferita prima che il cervello inizi a controllare il corpo. Nell’essere umano, l'espressione genica asimmetrica nella corteccia fetale è stata suggerita come base molecolare della manualità. Tuttavia, i feti umani mostrano già considerevoli asimmetrie nei movimenti del braccio prima che la corteccia motoria sia funzionalmente collegata al midollo spinale, rendendo più probabile che le asimmetrie di espressione genetica spinale costituiscano la base molecolare della manualità.

Un'analisi dell'espressione dell'mRNA dell'intero genoma, e della metilazione del DNA nei segmenti del midollo spinale toracico cervicale e anteriore di cinque feti umani, ha mostrato asimmetrie di espressione genica dipendenti dallo sviluppo. I risultati suggeriscono che i meccanismi molecolari per la regolazione epigenetica all’interno del midollo spinale costituiscano il punto di partenza per la manualità, implicando un cambiamento fondamentale nella nostra comprensione dell’ontogenesi delle asimmetrie emisferiche negli esseri umani. Le asimmetrie emisferiche nel cervello e nel comportamento sono un importante principio organizzativo nel sistema nervoso centrale dei vertebrati, ma la loro ontogenesi non è ben compresa. I risultati suggeriscono che le asimmetrie di espressione genica nei segmenti del midollo spinale che innervano le mani e le braccia potrebbero essere fondamentali per l’ontogenesi delle asimmetrie funzionali.

A otto settimane dal concepimento, le asimmetrie di espressione genica tra le due metà del midollo spinale erano più pronunciate, con il 3,29% di tutte le trascrizioni che mostravano differenze di espressione genetica sinistra-destra biologicamente rilevanti, principalmente più elevate verso il lato destro. A 10 settimane questo numero è diminuito sostanzialmente allo 0,05% e ulteriormente a 12 settimane (0,01%). Nel loro insieme, questi risultati sono un forte indicatore delle influenze epigenetiche sulle asimmetrie di espressione genica del midollo spinale umano, un potenziale precursore della manualità. Negli uccelli, è stato dimostrato che una preferenza comportamentale nel girare la testa verso destra, causata dalla modulazione epigenetica durante un periodo critico appena prima della schiusa, induce asimmetrie non solo motorie, ma anche visive e cognitive. Un modello simile è concepibile anche per l’uomo. Poiché l'ottava settimana dopo il concepimento rappresenta l'inizio dei movimenti coordinati delle mani e le asimmetrie comportamentali delle mani si verificano per prime in questo momento, si assume che un certo intervallo di tempo prima dei 10 settimane rappresenti il periodo critico per la formazione e la comparsa della manualità.

Durante questo periodo, la metilazione asimmetrica del DNA e la regolazione post-trascrizionale da parte dei miRNA espressi asimmetricamente portano a un picco nelle asimmetrie di espressione dell’RNA nei segmenti spinali che innervano le braccia e le mani. Queste asimmetrie di espressione di geni rilevanti per lo sviluppo del sistema nervoso centrale potrebbero portare a uno sviluppo differenziale dei circuiti neuronali che influenzano il braccio e la mano destra, causando le asimmetrie comportamentali descritte. Ad esempio, è stato dimostrato che i segmenti del midollo spinale che innervano il braccio destro contengono motoneuroni con corpi più grandi rispetto ai segmenti del braccio sinistro. Al contrario, non ci sono differenze di dimensione nei segmenti sinistro e destro che innervano la parte superiore del tronco. Inoltre, a otto settimane il midollo spinale e la corteccia motoria non sono funzionalmente collegati, supportando anche il fatto che le asimmetrie comportamentali nell'uso del braccio in quella fase sono controllate dal midollo spinale. In uno stadio di sviluppo successivo, quando il midollo spinale e la corteccia motoria sono funzionalmente collegati, l'asimmetria comportamentale stabilita potrebbe quindi portare ad asimmetrie nei processi di plasticità neuronale uso-dipendenti nella corteccia motoria, portando infine alla lateralizzazione motoria definitiva. Questo processo potrebbe iniziare intorno alla 14a settimana.

Asimmetrie di espressione genica nel midollo spinale fetale umano a 8, 10 e 12 settimane (Ocklenburg et al., 2017) 


Uno studio condotto su una vasta popolazione della biobanca del Regno Unito, coinvolgente circa 500.000 partecipanti, si è concentrato sull'analisi dei fattori della prima infanzia che possono influenzare la lateralità della mano negli adulti. Si è riscontrato che la probabilità di essere mancini era influenzata dall'anno e dal luogo di nascita, suggerendo possibili effetti culturali. Inoltre, la preferenza della mano era correlata al peso alla nascita, al parto multiplo, alla stagione di nascita, all'allattamento al seno e al sesso, con ciascun fattore che manteneva una significativa associazione dopo aver considerato gli altri.

L'analisi dei dati genomici ha rivelato una bassa ereditarietà del mancinismo. Nonostante le differenze medie tra mancini e destrimani per vari fattori legati all'infanzia, la combinazione di questi fattori aveva solo un modesto valore predittivo per la lateralità della mano individuale. Inoltre, è stata confermata una bassa ereditabilità genetica basata su SNP per la preferenza della mano sinistra, senza correlazione genetica con il peso alla nascita o l'allattamento al seno. La scoperta più significativa dello studio è stata che, nonostante l'analisi dei fattori studiati, essi avevano solo un lieve impatto sulla preferenza della mano individuale. Si ipotizza che la preferenza della mano potrebbe essere influenzata da una serie di piccole influenze ambientali, forse durante il periodo prenatale, ma gli effetti specifici di tali influenze non sono ancora noti.

L'ipotesi di mutazioni genetiche rare e eterogenee è stata considerata come una possibile spiegazione per l'ereditarietà della preferenza della mano che non è stata catturata dalle misure basate su SNP, che si concentrano principalmente sulla variazione genetica comune. Questo suggerisce che potrebbero essere coinvolte variazioni genetiche più rare e complesse che non sono facilmente individuabili con gli attuali metodi di analisi genetica. Un modello casuale dello sviluppo embrionale iniziale è stato anche proposto come compatibile con le osservazioni. Ad esempio, se l'asimmetria sinistra-destra del cervello derivasse da una sottile distorsione nell'embrione precoce, potrebbe verificarsi un'ampia varietà di configurazioni neurali, inclusa una minoranza di embrioni con un'inversione dei segnali fondamentali per il modello sinistro-destro. Questo suggerisce che la lateralizzazione potrebbe essere influenzata da processi casuali durante lo sviluppo embrionale.

È stato osservato che l'anno e il paese di nascita hanno avuto un forte impatto sulla lateralità della mano. La percentuale di individui mancini è aumentata quasi linearmente con l'anno di nascita fino al 1970, suggerendo un cambiamento nel modo in cui la mano dominante veniva influenzata culturalmente nel corso del tempo. Questo potrebbe riflettere un cambiamento nell'educazione o nelle pratiche culturali che hanno influenzato l'incidenza della lateralità della mano, piuttosto che una ridotta sopravvivenza dei non destrimani. La preferenza della mano può essere influenzata da una serie di fattori ambientali sconosciuti, soprattutto nel periodo prenatale, che potrebbero essere cambiati nel corso dei decenni. Ad esempio, le differenze nell'incidenza della lateralità della mano tra paesi possono riflettere principalmente effetti culturali, come il cambio forzato delle mani durante l'infanzia, che potrebbe essere stato più diffuso al di fuori dell'Inghilterra o potrebbe essere continuato per un periodo più lungo.

Gli studi hanno mostrato un effetto stagionale più forte nei maschi rispetto alle femmine, con un numero maggiore di mancini nati nel periodo marzo-luglio in alcuni casi, mentre in altri studi non è stato rilevato alcun effetto stagionale. Tuttavia, una meta-analisi del 2008 ha rilevato che gli uomini mancini avevano una leggera tendenza ad essere nati da marzo a luglio nell'emisfero settentrionale. Altri fattori come il peso alla nascita, il parto multiplo e l'allattamento al seno sono stati associati alla preferenza della mano. Il peso alla nascita è un tratto complesso che riflette non solo una variazione sana, ma anche uno sviluppo o una patologia non ottimali. La probabilità di essere destrimani è risultata più alta tra coloro che avevano un peso alla nascita più elevato, suggerendo un possibile legame eziologico tra basso peso alla nascita e mancinismo. Inoltre, è stato osservato che il comportamento postnatale dell'allattamento al seno era associato alla preferenza della mano destra ed era anche positivamente associato al peso alla nascita. Anche dopo aver tenuto conto del peso alla nascita, è rimasta un'associazione significativa tra l'allattamento al seno e la preferenza delle mani. Questi risultati suggeriscono che il comportamento postnatale potrebbe influenzare la lateralità della mano, forse attraverso i suoi effetti sulla salute del bambino e sulla dinamica madre-bambino. Oltre ai fattori già esaminati, la letteratura scientifica ha riportato l'importanza di altri fattori relativi ai primi anni di vita nell'influenzare la lateralità della mano. Tra questi:

  • Ordine di nascita: Alcuni studi suggeriscono che le seconde e le terze nascite sono associate a una maggiore probabilità di destrimanismo rispetto alle prime nascite. Inoltre, ci sono segnalazioni di una maggiore incidenza di mancinismo nelle nascite successive al terzo.
  • Esposizione prenatale al testosterone: L'esposizione del feto al testosterone durante lo sviluppo prenatale potrebbe influenzare la lateralità della mano. Tuttavia, la ricerca su questo argomento è ancora in corso e non tutti gli studi concordano sugli effetti precisi.
  • Età materna: Sono stati riportati legami tra l'età materna e la lateralità della mano. I bambini nati da madri relativamente giovani o anziane potrebbero avere una probabilità leggermente più alta di essere mancini rispetto a quelli nati da madri di età intermedia. Questo potrebbe essere correlato a una serie di fattori, inclusi cambiamenti ormonali legati all'età materna.
  • Stress materno durante la gravidanza: Lo stress materno durante la gravidanza potrebbe influenzare lo sviluppo fetale in modi che potrebbero includere la lateralità della mano. Tuttavia, la ricerca su questo argomento è ancora in corso e non sono stati identificati effetti definitivi.
  • Eventi legati al parto: Alcuni eventi legati al parto, come il parto cesareo o un travaglio prolungato, potrebbero influenzare la lateralità della mano. Tuttavia, gli studi su questo argomento hanno prodotto risultati misti e non è ancora chiaro quale sia l'effetto preciso di tali eventi.

L'ereditabilità della preferenza della mano basata sui polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) è risultata essere relativamente bassa, suggerendo che fattori non genetici giocano un ruolo significativo nella determinazione della lateralità della mano. Tuttavia, è importante notare che l'ereditabilità basata su SNP potrebbe non catturare completamente l'ereditabilità totale, poiché si concentra principalmente sui polimorfismi comuni. Altri fattori genetici, come mutazioni rare o complesse interazioni genetico-ambientali, potrebbero svolgere un ruolo che non è stato completamente compreso. Per quanto riguarda il sesso, sono state condotte analisi separate per maschi e femmine per permettere l'individuazione di eventuali differenze, e sono stati presentati confronti descrittivi tra i sessi. Tuttavia, non sono stati formalmente testati gli effetti di interazione che coinvolgono il sesso. Maschi e femmine differivano in vari aspetti, come la proporzione di maschi nel corso degli anni di nascita e la provenienza dalle Repubblica d'Irlanda o altri paesi al di fuori del Regno Unito. Inoltre, un numero maggiore di donne rispetto agli uomini ha fornito informazioni sul peso alla nascita. È stato suggerito che il futuro lavoro potrebbe esplorare le specifiche interazioni tra i vari fattori considerati nello studio.

Associazioni tra variabili predittive. Il colore e il segno mostrano la direzione dell'associazione tra due variabili binarie, tra due variabili continue o tra variabili binarie e continue (arancione positivo, verde negativo) . Il carattere grigio indica associazioni non significative (de Kovel et al., 2019)


Fonti:

  • Caspar KR, Pallasdies F, Mader L, Sartorelli H, Begall S. The evolution and biological correlates of hand preferences in anthropoid primates. Elife. 2022 Dec 1;11:e77875.

  • David W. Frayer, Ronald J. Clarke, Ivana Fiore, Robert J. Blumenschine, Alejandro Pérez-Pérez, Laura M. Martinez, Ferran Estebaranz, Ralph Holloway, Luca Bondioli, OH-65: The earliest evidence for right-handedness in the fossil record, Journal of Human Evolution, Volume 100, 2016, Pages 65-72, ISSN 0047-2484.
  • Larsson, M. Did heart asymmetry play a role in the evolution of human handedness?. J Cult Cogn Sci 1, 65–76 (2017).

  • Larsson, M.; Schepman, A.; Rodway, P. Why Are Most Humans Right-Handed? The Modified Fighting Hypothesis. Symmetry 202315, 940.

  • Sebastian Ocklenburg, Judith Schmitz, Zahra Moinfar, 
  • Dirk Moser, 
  • Rena Klose, 
  • Stephanie Lor, 
  • Georg Kunz, 
  • Martin Tegenthoff, 
  • Pedro Faustmann, 
  • Clyde Francks, 
  • Jörg T Epplen, 
  • Robert Kumsta, 
  • Onur Güntürkün
  •  (2017) 
    Epigenetic regulation of lateralized fetal spinal gene expression underlies hemispheric asymmetries
     
    eLife 6:e22784

  • de Kovel, C.G.F., Carrión-Castillo, A. & Francks, C. A large-scale population study of early life factors influencing left-handedness. Sci Rep 9, 584 (2019).

  • Richardson, T., Gilman, R.T. Left-handedness is associated with greater fighting success in humans. Sci Rep 9, 15402 (2019).

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