lunedì 4 dicembre 2023

La "conquista" dell'America

 Gli esseri umani erano già presenti in Sud America 25.000-27.000 anni fa circa. Una piccola critica divulgativa a chi spacciava la notizia delle impronte del Nord America delle ultime settimane come "la prima traccia di popolamento delle Americhe"

Ultimamente ho letto i titoli più disparati riguardo al possibile popolamento delle Americhe circa 20.000-25.000 anni fa e, a livello divulgativo, buona parte degli autori citavano quelle impronte (comunque estremamente interessanti) come la prima prova del più antico popolamento umano nel continente.
Ahimé, o per fortuna, i dati paleontologici vengono aggiornati costantemente e, negli ultimi 3-4 anni, sono state pubblicate un sacco di ricerche valide che attestano l'arrivo dell'uomo ad almeno 35.000 anni fa. Molto più di quanto citato nelle ultime settimane. Ne ho parlato per SapereScienza (trovate il link nei commenti), ma possiamo fare anche una velocissima carrellata di alcune ricerche:
-15/11/2018 (Reconstructing the Deep Population History of Central and South America): dati genetici indicano la presenza di antiche popolazioni almeno 11.000 anni fa (dai 15.000 anni agli 11.000 circa è un tempo troppo breve per attraversare due continenti posti in due emisferi diversi);
- 19/05/2021 (New AMS Radiocarbon Ages from the Preceramic Levels of Coxcatlan Cave, Puebla, Mexico: A Pleistocene Occupation of the Tehuacan Valley?): lo studio suggerisce la presenza umana nella valle di Tehuacan, in Messico, da almeno 33 000-28 000 anni prima del collegamento della Beringia circa 15.000 anni fa;
-23/09/2021 (Evidence of humans in North America during the Last Glacial Maximum): anche qui parliamo di impronte umane dadate tra i 26.500 e 20 000 anni fa circa;
-07/07/2022 (Human Occupation of the North American Colorado Plateau ∼37,000 Years Ago): il titolo si commenta da solo.
Sono solo alcune ricerche, e vi assicuro che ne esistono davvero molte altre. Ho provato a cercare vecchie notizie in merito da parte di pagine "divulgative" e, sistematicamente, hanno citato queste vecchie ricerche come "la prima traccia dell'uomo in America".
Insomma, qui si capisce che non tengono conto delle ricerche precedenti e che, per racimolare qualche visualizzazione/click in più, si "ricicla" la stessa frase. Un po' come "reperto X riscrive la storia dell'uomo" che sistematicamente viene utilizzata ad ogni nuova scoperta nell'ambito della paleontologia umana.
Riusciremo mai a fare corretta informazione senza vendere false informazioni?
Dopo questo piccolo sfogo, posso dedicarmi a questa ricerca molto interessante, pubblicata quest'estate (ben prima delle impronte citate). Alcuni reperti attestano la presenza di esseri umani in Sud America (Brasile) almeno 25.000 anni fa. Si tratta di ciondoli, o pendènti, ricavati da resti ossei di bradipi giganti terricoli, enormi bestioni oramai estinti. Sono stati rinvenuti nel sito di Santa Elina, nel centro del Brasile, e si tratta del ritrovamento di migliaia di osteodermi associati a 𝙂𝙡𝙤𝙨𝙨𝙤𝙩𝙝𝙚𝙧𝙞𝙪𝙢 𝙥𝙝𝙤𝙚𝙣𝙚𝙨𝙞𝙨.
Si tratta di depositi ossei, e tra essi sono stati rinvenuti migliaia di osteodermi, una sorta di "struttura protettiva" simil armadillo. Soltanto 3 presentano fori, levigature ed incisioni di strumenti in pietra. Questo è un sito molto importante dal 1985 per via di ritrovamenti di manufatti, pitture rupestri e di tanti altri reperti ossei. I ricercatori hanno sempre sostenuto che l'arrivo in Sud America da parte dell'uomo fosse antico, ma ora si hanno prove un po' più certe (supportate anche dagli altri studi citati in precedenza). Non si quale sia il significato, ma la forma ricorda quella di ciondolo o di un pendénte.
E' un ulteriore supporto del popolamento umano durante l'Ultimo Massimo Glaciale, e ciò che affascina i ricercatori è che esistono tanti siti non studiati quindi, potenzialmente, si potrebbero fare molte altre ricerche molto interessanti. L'assenza di altri grandi reperti faunistici, come quelli associati agli animali carnivori che avrebbero potuto modificare la superficie ossea dei resti di questo bradipo gigante, supportano la modificazione da parte dell'uomo proprio di questi tre osteodermi, rinvenuti in un contesto pre-sepoltura.
Sono stati rinvenuti anche diversi strumenti impiegati, probabilmente, durante il processo di produzione e di rifinitura di questi ciondoli, considerati tali proprio per la presenza di superfici levigate e deformate, e di sistemi di fissaggio. Due di essi sono sostanzialmente rotti e questo porta a pensare che possa trattarsi comunque di materiale di scarto, o che possano essersi rotti durante il traporto, cadendo. Risultano essere oggetti rari, tanto da far pensare ai ricercatori che possano trattarsi di oggetti personali, portati con sé quando le persone lasciano i loro insediamenti. L'aver rinvenuto i reperti modificati sul pavimento del sito, relativamente distanti dagli altri resti del bradipo, portano a pensare che siano stati modificati altrove. Inoltre, a sostegno di ciò, varie tecniche di studio affermano che quegli osteodermi modificati non hanno nessuna relazione con gli altri osteodermi rinvenuti nei pressi delle ossa del bradipo.
Da dove provengono? Ancora non si sa, ma ciò suggerisce potenziali reti di scambio e un possibile valore simbolico di questi oggetti nelle loro comunità. Un dato fenomenale per reperti datati 27.000-25.000 anni circa, oltre a fornire ulteriori prove di contatto tra uomo e la Megafauna sudamericana.

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