lunedì 4 dicembre 2023

Pratiche umane (es. operazioni)

 Il cannibalismo era una pratica funeraria comune in alcune parti d'Europa 15.000 anni fa circa

Grazie a degli studi condotti dal Museo di Storia Naturale Londra, sono state rinvenute prove genetiche e archeologiche legate al cannibalismo come pratica funeraria. Si tratta di resti che presentano segni di macellazione, rinvenuti costantemente nel record fossile, e ciò ha portato pensare che questa pratica fosse una sorta di routine, la più antica mai registrata fino ad ora.
Questi resti sono associati alla cultura magdaleniana (18-17.000 - 11-10.000 anni fa circa), con i ricercatori londinesi che hanno notato che questa pratica era diffusa proprio in buona parte dei siti magdaleniani. Sono state, per esempio, rinvenute ossa rimaneggiate con varie incisioni e modellate a mo' di coppa. Non si tratta di una pratica gastronomica, ma di cannibalismo funerario che appare in maggiore abbondanza durante il Magdaleniano medio, mentre le sepolture primarie sono più comuni durante il Magdaleniano Superiore ed alla fine.
A livello genetico, gli individui cannibalizzati del Magdaleniano mostrano ascendenza associata al cluster GoyetQ2 mentre, altri genomi sequenziati, sono associati ad individui Epigravettiani (un'altra tipologia di cultura preistorica. Non spiego le differenze perché sono molte) in un contesto di sepoltura primaria.
Ciò che se ne deduce è che avvenne in primis una diffusa sostituzione dei gruppi Magdaleniani con gruppi Epigravettiani durante la fine del Paleolitico Superiore, con il passaggio del cannibalismo rituale alla sepoltura primaria. Si deduce che il cannibalismo sia associato alle popolazioni magdaleniane caratterizzate dal cluster GoyetQ2, ma gli scienziati comunque sono i primi a dire che si tratta di uno studio preliminare e ne sapremo meglio con i prossimi con le prossime ricerche.

Fonte immagine: Museo di Storia Naturale di Londra; Fonte testo (clicca qui)



Il lavoro del dentista è un lavoro molto antico, come testimonia questo dente cariato che è stato ripulito attraverso raschiatura e trapanatura.
Il dente è datato al Paleolitico superiore (circa 14.000 anni) ed è stato ritrovato in uno scavo del 1988 nel Nord Italia. Si notò in quello scavo che molti denti vennero bucati artificialmente, con un arnese specifico che potrebbe essere stato fabbricato con pezzi di osso, o di schegge di roccia.
Questa è probabilmente la più antica operazione odontoiatrica mai registrata. Operazioni del genere sono registrate sin dal Neolitico, ma l'operazione è così complessa che quest'attività potrebbe essere più antica di quanto possa indicarci il dente del Paleolitico superiore.
Il dente in questione è un terzo molare che presenta una grande cavità. Queste striature 'antropiche' possiedono una sezione trasversale a forma di "V", e tantissimi micrograffi paralleli alla base.
I graffi rinvenuti grazie alla Microscopia Elettronica a Scansione, sono molto simili a quelli che vengono lasciati da un trapano moderno.

Per la fonte, clicca qui

La più antica amputazione risale a 31.000 anni fa circa
Sono stati rinvenuti i resti fossili di un bambino che presenta un arto sinistro completamente 'tagliato', privo quindi del piede , e che comunque grazie a questa operazione riuscì a sopravvivere altri 6-9 anni (che non è poco se consideriamo il periodo).
I resti fossili sono stati rinvenuti nella grotta di Liang Tebo, in Indonesia, e sono al momento la prima testimonianza nel record fossile di tale operazione. Pertanto, si può già dire che i primi gruppi di esseri umani moderni dell’Asia sono riusciti a sviluppare conoscenze ed abilità mediche molto avanzate in un ambiente di foresta pluviale tropicale. Questo è interessante perché, fino a quando non si sono formate le prime comunità 'stabili', sedentarie, 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 utilizzava strumenti adatti a questo tipo di ambiente.
Questo ritrovamento retrodata la "nascita" della medicina, diciamo come noi la intendiamo, con la nascita/comparsa che coincideva con l'emergere delle società agricole stanziali attorno a 10.000 anni fa. Periodo nel quale incominciò una grande rivoluzione dal punto di vista delle innovazioni tecnologiche.
Non si sa se la perdita dell'arto sia dovuta ad un incidente, o ad una malattia, ma gli studiosi ritengono che sia stata un'operazione rudimentale, condita con l'utilizzo di piante e medicinali naturali ma che comportava comunque una discreta conoscenza dell'anatomia degli arti, dei sistemi muscolari e vascolari per prevenire la perdita di sangue e le infezioni.
Inoltre, quello che permette di capire che forse potrebbero essere avvenute altre operazioni più antiche, è che una tale operazione, quindi l'asportazione di un arto (o una parte di essa), poteva permettere all'individuo di poter continuare a vivere seppur con le difficoltà del tempo. Non si esclude che vi sia stata anche l'assistenza di altri "paleoinfermieri" per un'operazione così delicata, e anche per la vita post-operazione: lavaggio e pulizia della ferita (con le risorse botaniche locali che fornivano anestetici per alleviare il dolore), movimento per prevenire le piaghe da decubito, ecc.
Ci sono due supposizioni su come sia nata questa tecnica:
-O si è sviluppata per tentativi ed errori, per un lungo periodo di tempo, ed è stata trasmessa da generazione in generazione (attraverso apprendimento orale), raggiungendo un certo grado di competenza;
-Oppure, si tratta di un caso isolato nella storia del Pleistocene di questa regione.
È difficile, senza altre prove fossili, capire fino in fondo queste pratiche 'medico-socio-culturali'. È una tecnica che si è affinata man mano? Un altro punto di vista è che la colonizzazione delle antiche foreste pluviali del Borneo abbia stimolato, e anche facilitato, i primi progressi tecnologico-medici, unici in questa regione. Quest'ultima ipotesi può essere tenuta in considerazione in quanto, per esempio, i rapidi tassi di infezione delle ferite ai tropici potrebbero aver permesso lo sviluppo di nuovi farmaci (es. gli antisettici), sfruttando le ricche proprietà mediche che la biodiversità vegetale locale offriva.
Fonte immagine e della ricerca: Maloney, T.R., Dilkes-Hall, I.E., Vlok, M. et al. Surgical amputation of a limb 31,000 years ago in Borneo. Nature 609, 547–551 (2022).


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